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Vasche di laminazione, D’Alfonso si ostina nella cementificazione del fiume

M5S: “La nostra proposta di ingegneria naturalistica è più risolutiva e meno costosa”

L’Abruzzo ha bisogno di una politica che modifichi radicalmente lo sfruttamento del territorio tutelando i suoi abitanti ed il patrimonio paesaggistico. Questa certezza però non sembra ancora esser chiara al presidente D’Alfonso che ha fatto un ennesimo passo attuativo verso la realizzazione della maxi colata di cemento, al costo di quasi 55 milioni di euro, per le vasche di laminazione lungo il corso del fiume Pescara. “Un’opera che non risolverà il problema e che in caso di esondazioni abbondanti non ridurrà il rischio di allagamenti” secondo i consiglieri regionali M5S, Sara Marcozzi e Domenico Pettinari. “Abbiamo presentato una soluzione alternativa, molto più efficace e che sia in grado di rendere il problema delle piene, addirittura, una risorsa per la nostra Regione” commentano i 5 stelle.

Se il Presidente porta avanti interventi, che consistono nella realizzazione di vasconi in cemento su una superficie di un milione 300mila metri quadrati, con una capacità di 7 milioni di metri cubi di acqua; il M5S rilancia pianificando un’opera di ingegneria naturalistica che prevede la realizzazione di “bacini naturali” diffusi sull’intero corso idrografico del Fiume Aterno-Pescara, capaci di contenere l’acqua durante gli eventi atmosferici anche di eccezionale portata. Si tratterebbe di laghetti di piccole dimensioni, con capacità medie intorno ai 30.000 mc, che complessivamente garantirebbero di contenere circa 30.000.000 mc di acqua, circa 8 volte la capacità delle vasche di laminazione proposte dall’attuale Giunta regionale. Sarebbero realizzate con dighe in terra con una minima parte in cemento sul colmo necessaria alla fuoriuscita dell’acqua in caso di riempimento.

“Abbiamo calcolato che con 55 milioni di euro si potrebbero realizzare addirittura fino a 1000 “laghetti” collinari, ne servono molti meno per una capacità di assorbimento della portata in caso di piena fino al 70%”

Ed è proprio sulla capacità di contrastare le piene reali, quelle che fanno paura, che il progetto portato avanti dal Governo Regionale fa acqua da tutte le parti. A quanto si legge sui progetti presentati infatti, l’intervento sarebbe in grado di assorbire solo il 13% dell’onda di piena per non più di 13 ore. Sempre che si tratti di una piena da circa 690 mc al secondo. Se invece consideriamo le piene eccezionali, meno frequenti ma che possono raggiungere i 1200 mc al secondo, il grado di assorbimento dell’opera non supererebbe il 5% della piena. “L’opera è inutile” incalzano i 5 stelle. “Abbiamo chiesto a un gruppo di nostri tecnici di sviscerare il progetto ed è stato desolante lo scenario che ci hanno rappresentato” commentano Marcozzi e Pettinari.

“Le piene del fiume Pescara, grazie alla conformazione di un ricco bacino idrografico, spesso durano anche più di 48 ore, quindi, anche le piene meno straordinarie non possono assolutamente essere contenute da queste vasche. Ancor di più se si pensa che i dati climatologici ci dicono che gli eventi atmosferici estremi sono in costante aumento”.

I “laghetti diffusi”, invece, verrebbero realizzati solo sui corsi d’acqua temporanei del bacino idrografico del Pescara. È bene precisare, infatti, che non è intenzione del progetto M5S sottrarre acqua alla normale portata del fiume ma raccogliere solo le acque in più dovute alle precipitazioni.

Attraverso lo sfruttamento delle centinaia di fossi già esistenti, dunque, non si renderebbe necessario scavare dei giganteschi invasi ma solo chiudere a valle quelli già esistenti in natura, garantendo una forte riduzione anche in termini di costi economici e garantendo la piena sostenibilità del progetto M5S.

Ulteriori Spunti
Altri Vantaggi della proposta M5S

I vantaggi di questo progetto rispetto a quello proposto dalla regione sono davvero numerosi.

Innanzitutto verrebbero utilizzati terreni marginali, i fossi appunto, non pianure, come vorrebbe il progetto messo in cantiere dal Presidente D’Alfonso, tra le più fertili della nostra regione.

Tutti questi piccoli invasi diventerebbero delle vasche di fitodepurazione naturali, in quanto l’acqua proveniente dai terreni agricoli verrebbe raccolta in questi laghetti e depurata dalla vegetazione, a tutto vantaggio del fiume e del mare, entrando a far parte di un progetto organico per il ripristino della qualità delle nostre acque di balneazione.

Le aziende agricole e i coltivatori privati avrebbero a disposizione acqua per l’irrigazione tutto l’anno, inoltre, i laghetti dalle dimensioni più importanti potrebbero essere usati per altri scopi, dalla pesca sportiva ad altri sport acquatici, allevamento di pesci, realizzazione di parchi lacustri a scopo ricreativo e naturalistico e molto altro ancora, creando diverse centinaia di nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato.

Infine, la realizzazione dei “Laghetti” favorirebbe un incremento della biodiversità tanto minacciata dalle attività umane, con ricadute positive su tutti gli ecosistemi circostanti, compresi quelli agricoli, migliorando il microclima, soprattutto nei periodi di ondate di caldo eccezionali con una mitigazione del calore estremo sulle coltivazioni a cui abbiamo assistito più volte negli ultimi anni e che tutti gli studi climatologici prevedono in aumento nei prossimi anni.

Insomma, vogliamo trasformare quello che ora è un problema, l’acqua delle precipitazioni eccezionali, in una risorsa diffusa su tutto il territorio, a vantaggio dell’intera comunità. In piena coerenza con i principi e il programma con cui il M5S si è presentato alle elezioni regionali, green economy, difesa e valorizzazione del territorio, parchi e infrastrutture leggere restano la visione di un governo del M5S, contrariamente al Partito Democratico che si propose agli elettori allo slogan Abruzzo Regione Verde e che oggi investe centinaia di milioni di euro di fondi europei nel cemento e neanche un euro sulla promozione dei parchi”