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Ecco cosa stanno facendo a Bussi, il M5S denuncia a Carabinieri, Anac e CdC

A rischio il principio del “chi inquina paga”? noi chiediamo prima la bonifica e poi la reindustrializzazione sostenibile e leggera

Sono 8 i punti che il M5S evidenzia in un esposto depositato ieri alla Corte dei Conti di Lazio e Abruzzo, all’ANAC e al Comando dei Carabinieri Forestali di Pescara. Nel centro del mirino dei 5 stelle c’è Bussi, ancora, perché in questo triste capitolo della storia della nostra regione si continua a leggere una storia intricata e fumosa. Possibile che a Bussi chi ha inquinato terra e acqua non paghi ? Il dubbio sollevato da Gianluca Vacca, Domenico Pettinari e Sara Marcozzi sorge  in merito alla gara di appalto indetta dall’allora Commissario Goio, che il Ministero dell’Ambiente sta portando a conclusione, per la bonifica di una piccola porzione del SIN Bussi, quella sovrastante lo stabilimento industriale.

Otto punti che rappresentano 8 criticità di questa operazione, vediamoli:

  • PRIORITA’ ALLE AREE MAGGIORMENTE INQUINATE.

    Ci si chiede come sia possibile che, in nome della reindustrializzazione, sia data priorità alla bonifica di un’area di gran lunga meno pericolosa rispetto a quella su cui sorge la discarica TreMonti, dalla quale ancora oggi sembrano fuoriuscire sostanze fortemente inquinanti.

  • ELEVATO RISCHIO ECONOMICO PER LE CASSE DEL COMUNE DI BUSSI

    Ci si chiede come sia possibile che, per acquisire il consenso (probabilmente non necessario) di Solvay alla bonifica delle aree di sua proprietà a monte dello stabilimento industriale, il Comune di Bussi debba accollarsi il rischio di rispondere economicamente per i costi della bonifica “nei limiti del valore di mercato del sito, determinato a seguito dell’esecuzione degli interventi medesimi”, come previsto dall’art. 253 Codice Ambiente, e altri oneri come quelli che lo stesso Ministero dell’Ambiente ha indicato in un milione di euro l’anno per la gestione della barriera idraulica realizzata da Solvay.

  • COSA RISCHIA EDISON?

    Ci si chiede se sia consentito procedere con “misura preliminare e in sostituzione di Edison” quando il provvedimento che individuava Edison spa quale responsabile dell’inquinamento e, dunque, quale soggetto obbligato alla bonifica è stato annullato dal Consiglio di Stato.

  • PERCHE’ IL MINISTERO VUOLE SOSTITUIRSI AL PRIVATO?

    Ci si chiede se siaconsentito al MATTM, proseguire nelle attività di bonifica quando esse erano state concepite come integrative e complementari rispetto a quelle progettate da Solvay la quale pare non intenda eseguirle poiché “non dovute”.

  • IL RISCHIO DI NON RECUPERARE I SOLDI ANTICIPATI PER LE BONIFICHE

    Ci si chiede se sia legittimo e corretto che la gara di appalto sia indetta e i lavori assegnati pur in assenza dell’identificazione del responsabile della contaminazione e, dunque, prima ancora che siano scaduti i termini ad adempiere spontaneamente, con ciò esponendo la P.A. al rischio di non poter chiedere la restituzione delle somme spese così come paventato dallo stesso Ministero dell’Ambiente.

  • DUBBI SULLE PROCEDURE DI INDIVIDUAZIONE DEL RESPONSABILE DELL’INQUINAMENTO E DELLA DIFFIDA

    Ci chiede se sia legittimo e corretto che la procedura per l’individuazione del responsabile della contaminazione debba essere posta a carico della Provincia di Pescara, attraverso un procedimento ex novo, sebbene per le aree interessate dalla bonifica il MATTM aveva individuato e diffidato, il 9.9.2013, Edison spa; o se, non era più logico e corretto avviare un nuovo procedimento di diffida fondandolo sulle norme contenute nel D. Lgs. 152/2006, come peraltro velatamente suggerito dallo stesso Consiglio di Stato.

  • DUBBI SULLA COPERTURA FINANZIARIA DELLA GARA E EVENTUALE ESPOSIZIONE A IMPUGNAZIONI

    Ci si chiede se sia legittimo e corretto rimediare alla integrale mancanza di copertura finanziaria intervenendo a posteriori oppure se il vizio della gara sia insanabile, dovendo darsi l’integrale copertura al momento dell’indizione della gara stessa.

  • SOSPENDERE LA GARA?

    Ci si chiede se sia legittimo e corretto completare l’iter della gara nonostante il Ministero abbia dichiarato che il Progetto da realizzare con i lavori posti a gara non è adeguato alle numerose e pregnanti osservazioni/prescrizioni formulate dallo stesso Ministero.

  • C’E’ UNA SOLUZIONE ALTERNATIVA A TUTTO QUESTO? ECCO LA PROPOSTA M5S

    In conclusione, l’idea che l’area di Bussi debba essere reindustrializzata a tutti i costi sembra stia dando già i suoi frutti avvelenati.

Ecco cosa chiediamo:

  • che il SIN di Bussi sia bonificato a partire dalle aree maggiormente pericolose, come l’area della discarica TreMonti, e nel rispetto del principio che “chi inquina paga”;
  • la tutela delle casse dello Stato, e dunque della collettività, dal rischio di esborso di fondi pubblici in futuro non recuperabili dal soggetto responsabile dell’inquinamento;
  • la sospensione dell’iter attivato dal Comune di Bussi relativamente all’acquisto delle aree di proprietà Solvay essendo, eventualmente, sufficiente una occupazione temporanea del sito da bonificare;
  • relativamente alle aree bonificate, in special modo quelle di enorme pregio ambientale situate nell’area di confluenza tra il Tirino ed il Pescara, il M5s chiede che siano risparmiate da una reindustrializzazione forzata e impattante dal punto di vista ambientale, e che invece le risorse pubbliche siano destinate a creare posti di lavoro nell’ambito del turismo ecologico e di qualità.