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Carenza idrica, Pettinari (M5S): “Immobilismo di ERSI e Regione Abruzzo. Atteggiamento vergognoso di una classe politica che fugge dalle proprie responsabilità”

“Quello che sta accadendo in questi giorni intorno ad Aca e tutto il servizio idrico abruzzese non è piu accettabile, ed è arrivato il momento di ristabilire la verità. Tutti i cittadini devono sapere, infatti, quale sia la gestione di ACA ed ERSI. ACA è una società pubblica partecipata da tutti comuni della provincia di Pescara e alcuni comuni delle province di Teramo e Chieti. L’assemblea dei soci di ACA è composta da tutti i sindaci, ed è l’assemblea stessa a nominare il CDA e ad approvare i bilanci. Se i Sindaci votano il bilancio e nominano i vertici, come possono poi lamentarsi per le carenze idriche se hanno di fatto approvato l’operato della società? Perché non hanno fatto niente in tutti questi anni per prevenire l’emergenza gravissima di queste settimane? È inaccettabile che questi politici adesso si limitino a puntare il dito contro qualcuno, rifiutando di prendersi le proprie responsabilità”.

Ad affermarlo è il Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari, che prosegue: “Le reti nella provincia di Pescara, e non solo, sono un colabrodo. In molti tratti viene dispersa fino all’80% dell’acqua immessa, lasciando così migliaia e migliaia di cittadini privi di un servizio essenziale per la propria vita quotidiana. Queste sono le conseguenze di anni di incuria di una classe politica incapace di prevenire le emergenze, e che adesso prova a nascondere agli abruzzesi il fatto che loro siano direttamente implicati nell’operato della società. Sono i sindaci, infatti, ad approvare i bilanci nei quali non si prevedono fondi adeguati per il rifacimento di tutte le infrastrutture colabrodo e investimenti per limitare al massimo la perdita idrica”.

“Ma altrettanto grave è l’assordante silenzio di Regione Abruzzo, soggetto che avrebbe la capacità economica per stanziare i fondi necessari e che, attraverso l’ente ERSI, dovrebbe vigilare sulle reti idriche di tutto il territorio e intervenire dove è necessario farlo con urgenza. Purtroppo però l’inerzia della Regione sta generando conseguenze gravissime. Sono venuto a conoscenza del fatto che ERSI si sia limitata a richiedere ai gestori del servizio idrico, tra cui ACA, una relazione sulle attività messe in campo per anticipare e prevenire le situazioni di crisi idrica nel marzo scorso. Solamente ad agosto, nel pieno dell’emergenza, è stata constata la mancata risposta delle società. In mezzo abbiamo di fatto assistito a cinque mesi di silenzio e immobilismo inaccettabile”.

“Mi chiedo poi come l’ERSI, visto che ad agosto 2021 non conosce ancora dettagliatamente le opere programmate e messe in campo dai relativi gestori del servizio idrico della Regione Abruzzo, abbia fatto a stilare ed aggiornare il Piano d’Ambito, contenente la ricognizione di tutte le infrastrutture esistenti, le opere da programmare per il potenziamento e l’ammodernamento delle stesse e il piano economico-finanziario per la copertura dei costi relativi agli interventi programmati, attraverso i ricavi da tariffa e i finanziamenti statali ed europei integrativi”.

“Ma non finisce qui – prosegue Pettinari – perché vorrei capire cosa hanno fatto l’ERSI e il Governo regionale per fare inserire le necessarie e importanti opere di potenziamento e riqualificazione delle condotte idriche della Regione Abruzzo nel Piano nazionale di interventi nel settore idrico, introdotto dalla Legge n. 205/17, con i commi 516 e seguenti. In particolare, detto Piano prevede il finanziamento degli interventi necessari alla mitigazione dei danni connessi al fenomeno della siccità e la promozione del potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche dei vari ambiti territoriali delle regioni, attraverso la costituzione di un apposito fondo nazionale, assistito dalla garanzia del Fondo di cui all’articolo 58 della Legge 28 dicembre 2015, n. 221. Infatti, le opere finanziate con tale Piano, sono deliberate dall’ARERA – l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, sulla base dei dati inviati dagli Enti d’Ambito regionali e sentite le Regioni. Ora se analizziamo l’elenco degli interventi approvati con D.P.C.M. del 1 agosto 2019, possiamo verificare come all’Abruzzo siano stati destinati solo 2.650.000, degli 80 milioni previsti, per un solo intervento di messa in sicurezza delle opere di captazione a adduzione delle sorgenti del Traforo del Gran Sasso nella Provincia di L’Aquila e Teramo, mentre il territorio della Provincia di Pescara e Chieti non risulta destinataria di alcun finanziamento e il grosso della somma stanziata è stata destinata alle opere ricomprese nei territori di Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Campania, Friuli Venezia Giulia e Sicilia. La cosa più sconcertante, poi, è che l’unica opera prevista per la Regione Abruzzo sia stata stralciata dall’allegato A della Deliberazione n. 425/2019/R/IDR, con la quale l’ARERA, successivamente, ha stilato le opere a cui destinare l’erogazione della prima quota del fondo nazionale, poiché la Regione Abruzzo non ha ancora adempiuto agli obblighi, previsti dalla stessa ARERA, per accedere al finanziamento”.

“Infine, vorremmo capire quali siano le azioni messe in campo dall’ERSI e il Governo regionale, per far inserire le importanti e necessarie opere di ammodernamento del sistema idrico integrato della Regione Abruzzo, ai fini del contrasto delle perdite e dei fenomeni di crisi idrica, nel secondo elenco degli interventi necessari e urgenti per il settore idrico ai fini dell’aggiornamento del Piano nazionale considerato che, dal primo elenco, la Regione Abruzzo non avrebbe ancora ottenuto un euro di fondi”.

“Io non sono disposto a restare in silenzio davanti a questi atteggiamenti e a questo immobilismo vergognoso. È il momento che la classe politica si assuma le proprie responsabilità una volta per tutte, senza fuggire o cercare altri colpevoli che non esistono. Continuerò la mia battaglia a tutela di un diritto fondamentale, perché non è accettabile che migliaia di cittadini debbano trovarsi per ore, nel periodo più caldo dell’anno, senza acqua corrente nella propria abitazione”, conclude.