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Telemedicina per i malati diabetici, troppi non riescono a seguire le procedure

Pettinari (M5S): “Ho scritto personalmente a Presidente, Assessore e direttore dipartimento. Le modalità previste dalla Regione mettono a rischio tanti pazienti”

Sono i malati diabetici e le nuove direttive di Telemedicina, applicate da Regione Abruzzo con l’Ordinanza n. 34 del 2020, l’oggetto di una missiva che il Vice Presidente del Consiglio Regionale, Domenico Pettinari, ha inviato al Presidente Marsilio, all’Assessore alla Sanità Nicoletta Verì e al Direttore del Dipartimento della Salute Giuseppe Bucciarelli.

“Sono arrivate in Vice Presidenza numerose segnalazioni da parte di cittadini affetti da diabete e dai loro familiari, circa le difficoltà derivanti dall’applicazione delle disposizioni previste da questa Ordinanza – spiega Domenico Pettinari – le modalità di Telemedicina, previste dal documento, stanno provocando grande inquietudine in tutti i pazienti diabetici che devono essere inevitabilmente sottoposti a visite e cure mediche da parte dei sanitari dei reparti di diabetologia”.

Infatti, con l’Ordinanza citata da Pettinari, viene sospesa l’attività ambulatoriale erogata dai Servizi di diabetologia con l’obbligo di utilizzo, da parte dei malati diabetici, delle strumentazioni informatiche per poter fruire delle prestazioni salvavita. Ma, come sottolinea il Vice Presidente del Consiglio regionale, il diabete è una malattia cronica con grave impatto sulle condizioni socio-sanitarie della popolazione. Le persone che ne sono affette hanno bisogno di trattamenti medici per tutta la vita e, più di altri cittadini, sono esposte ad un maggior rischio di malattie cardiovascolari, complicanze renali, retiniche e neurologiche.

“Nell’ottica delle misure di contenimento della diffusione del COVID-19 – spiega ancora Pettinari nella missiva – pur condividendo la necessità della riduzione degli accessi ai servizi e agli ambulatori di Diabetologia, devo rilevare che l’utilizzo della Telemedicina per le consulenze ospedaliere e le visite ambulatoriali, non può essere impiegato per la totalità dei pazienti diabetici e che la stessa Telemedicina non può essere sostitutiva della prestazione sanitaria tradizionale, rappresentata dal rapporto personale medico paziente. Se, come si legge nell’Ordinanza “Ogni servizio/ambulatorio di diabetologia deve essere dotato di infrastrutture di telecomunicazione atte a garantire l’interazione medico-paziente, operatore sanitario-paziente e l’eventuale trasmissione di dati provenienti da apparati biomedicali, sistemi hardware e software, l’acquisizione ed elaborazioni di segnali, immagini, dati, anche attraverso dispositivi mobili e con portali dedicati allo scopo” si deduce che anche il paziente diabetico, per potersi interfacciare con il sistema, dovrà a sua volta possedere una serie di dispositivi informatici necessari per la trasmissione delle informazioni sanitarie. Oltre al fatto che dovrà possedere anche una buona capacità nell’utilizzo di strumentazioni e programmi informatici. Sappiamo che non sempre questo è possibile. Soprattutto se pensiamo che, degli oltre 76mila diabetici adulti nella nostra regione, molte sono persone anziane che non sempre hanno dimestichezza con la tecnologia.

Ancora più difficoltà sono riscontrate dai pazienti per le modalità di prenotazione delle prime visite, o delle visite di controllo, previste nella medesima Ordinanza. Tant’è che le persone che non hanno adeguate capacità di comprendere le richieste, di leggere e trasmettere dati con sistemi software adeguati e sicuri, devono delegare un caregiver che faccia da facilitatore tra il medico e il paziente. Ma, in un momento in cui ci sono obblighi per il distanziamento sociale, questo è praticamente impossibile. E’ necessario, quindi, individuare e predisporre ulteriori forme di comunicazione in aggiunta a quelle previste telematicamente tra i Servizi di diabetologia e i pazienti diabetici, al fine di semplificare il più possibile la richiesta di cura, con l’obiettivo fondamentale di prevenire o ridurre le complicanze, salvaguardando la vita dei pazienti. Una soluzione potrebbe essere quella di consentire un filo diretto tramite call center: un numero dedicato che permetta di raggiungere i medici con il solo utilizzo del telefono evitando l’ausilio indispensabile di PC, Smartphone o webcam. Nei casi più difficili, o dove possibile, si potrebbe intervenire anche con assistenza domiciliare.

Un altro aspetto critico – continua nella sua analisi Pettinari – è relativo alle modalità di fornitura dei presidi terapeutici da assegnare ai pazienti diabetici. Infatti, per avere siringhe monouso per insulina, penne pungidito e relative lancette, strisce reattive, aghi per penna siringa, etc…etc.., l’Ordinanza n.34 non specifica nulla di diverso rispetto alla DGR 48/2018, e quindi la fornitura dei dispositivi dovrebbe essere erogata previo accordo terapeutico, da sottoscriversi tra il paziente, e/o il tutore legale, ed il Medico prescrittore del Servizio aziendale di Diabetologia. Successivamente i dispositivi prescritti su un apposito modulo andrebbero ritirati personalmente o da persona appositamente delegata, presso il Servizio di Diabetologia. Ma in questo particolare momento è evidente che si deve evitare che i pazienti si rechino fisicamente presso gli ambulatori ospedalieri a ritirare i presidi necessari per il monitoraggio della loro malattia. E che questa modalità è fortemente in contrasto con tutte le misure di restrizione prescritte a causa del COVID 19, soprattutto nei confronti di tutti quei cittadini malati e fragili che hanno necessità di terapie e controlli salvavita, ed è innegabile che ogni sottovalutazione e leggerezza mette a repentaglio la salute di tutti, ma ancor più di quelli con patologie multifattoriali come i malati diabetici. Ed anche in questo caso la consegna a domicilio rappresenterebbe una soluzione semplice ed efficace.