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Fascicolo Sanitario Elettronico, l’Abruzzo da Regione all’avanguardia a fanalino di coda in italia

Taglieri (M5S): “La Regione ha speso fondi e risorse per un progetto che di fatto non ha mai visto la luce. Vogliamo risposte chiare e soluzioni certe”

Un’interpellanza del Consigliere regionale Francesco Taglieri, Vicepresidente della commissione Sanità in quota M5S, vuole far luce sul destino del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) in Abruzzo, lo strumento attraverso il quale i cittadini possono tracciare e consultare tutta la storia della propria vita sanitaria, condividendola con i professionisti sanitari per garantire un servizio più efficace ed efficiente. L’Abruzzo doveva essere capofila del progetto avendo già posto le basi normative nel lontano 2005 e avendo finanziato con somme milionarie l’implementazione del FSE. Eppure oggi, come si può verificare dal sito https://www.fascicolosanitario.gov.it/, l’Abruzzo è desolatamente ultimo avendo realizzato solo il 36% del programma di attuazione.

“Un percorso che in Abruzzo è partito dal 2005 – spiega nel dettaglio Taglieri – che ha visti coinvolti Regione Abruzzo, Arit e Dedalus Spa, come co-sviluppatore del prodotto, eppure riusciamo a essere in un ritardo clamoroso, proprio oggi che il FSE risulterebbe di grandissima importanza vista la pandemia e la crisi sanitaria generata dal Covid-19. L’interpellanza vuole fare chiarezza poiché qualcosa nella ricostruzione degli eventi non torna: la Regione affida ad ARIT la realizzazione della “Rete dei Medici di Medicina Generale” e poi stanzia 3,5 milioni di euro per pagamento di ticket online, ricetta elettronica per la prescrizione di farmaci, refertazione certificata presso il medico di base, e smart card per l’inserimento dei dati sanitari dell’assistito. Addirittura nel 2012 il package abruzzese del “Fascicolo Sanitario Elettronico” viene chiesto in riuso dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Nel carteggio documentale tra Bolzano e Regione Abruzzo troviamo l’elenco dei moduli dal quale si evince che il progetto sembra comprendere tutte le funzioni necessarie”.

“Nel dicembre 2015 si incaricano ARIT e Dedalus SpA alla messa in esercizio del progetto che ha un costo di fornitura, affidato nel 2006 alla RTI Dedalus/Telecom di euro 4.687.200,00 al quale si aggiungono circa altri 300.000 euro di canoni di assistenza e manutenzione. Dalle delibere che seguono questa fase si desume che il sistema è pronto per l’attivazione, che viene prevista entro il mese di Aprile 2016. Sempre dalle carte il sistema risulta collaudato con esito positivo e valutato come “adempiente” da parte del tavolo tecnico AGID/Ministero della Salute il 27 Ottobre 2015. Ma nel 2018 la piattaforma ancora non è attiva per le sue funzioni complete e l’Abruzzo, nello stesso anno, entra in “regime di sussidiarietà”, ovvero si appoggia alla piattaforma pre-costituita e messa a disposizione dal Ministero dell’Economia e da Sogei, nonostante avesse impiegato risorse economiche importanti e nonostante la provincia Autonoma di Bolzano utilizzasse a pieno regime il progetto preso proprio da noi”.

“La Dedalus SpA, attraverso la stampa, comunica che “il prodotto installato è perfettamente funzionante e mantenuto aggiornato ed è pronto da essere operativo in qualsiasi momento”, ricordando che il problema semmai ricadeva sulla Regione Abruzzo, che dal 2011 non è stata in grado di far funzionare il sistema. Anche lo stesso Assessore Verì in alcune sue dichiarazioni sembra confermare questa tesi. Ora la realtà dei fatti è una: l’Abruzzo oggi ha sviluppato solo il 36% del programma di attuazione. Il fascicolo risulta, per la massima parte dei cittadini abruzzesi, solo con i dati di prescrizioni di farmaci e prestazioni che erano già precedentemente oggetto di comunicazione telematica agli uffici ministeriali. Manca il profilo sanitario sintetico del paziente e la ricetta elettronica, che rappresentano addirittura le funzionalità minime del fascicolo. Siamo fanalino di coda della Nazione, mentre tutte le altre regioni vanno avanti”.

“I Fascicoli Sanitari Elettronici (FSE) attivati in Italia sono oggi oltre 43 milioni con più di 311 milioni di referti digitalizzati. Alla mia interpellanza mi aspetto risposte chiare sulle motivazioni che ci hanno portato l’Abruzzo da Regione all’avanguardia a fanalino di coda d’Italia. Per quale motivo dopo avere investito milioni di euro in un progetto presumibilmente completato, visto che risulta collaudato e conforme, ed è stato acquisito in riuso da una altra amministrazione nel 2012, è stato abbandonato e si è adottata la piattaforma nazionale in regime di sussidiarietà. Come mai, a tutt’oggi, l’attivazione delle funzionalità risulta essere ancora al 36% e non sono mai stati inseriti o riversati i dati disponibili costringendo i cittadini a spostarsi con pacchi di referti su carta e infine quali misure intende adottare per completare l’attivazione del sistema e l’integrazione dei dati di ASL e medici di medicina generale”.