Pettinari (M5S) chiede l’immediato trasferimento dei servizi
“È inaccettabile che non sia bastata neanche la grave emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid 19 per far capire al centro destra che è nella Guida di Regione, e quindi al controllo delle Asl, che pensare la sanità pubblica come un sistema a comparti stagni è un approccio fallimentare e non risolutivo. Un approccio che svilisce i servizi offerti al paziente e lede la dignità di chi deve essere curato. Purtroppo devo constatare che si continuano a commettere gli stessi errori che portano, ovviamente, ai consueti disagi. E nessuno sembra voler davvero invertire la rotta. Basti pensare al distretto sanitario di Pescara Sud, ancora ubicato in Via Rieti mentre la nuova sede di Via Rio Sparto, di proprietà pubblica, sembra essere scesa nel fondo dell’agenda politica del centrodestra, con buona pace di personale e pazienti costretti in una struttura fatiscente per la quale continuiamo, tra l’altro, a pagare ancora un affitto”. Lo afferma il Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari nel corso di una conferenza stampa tenutasi questa mattina proprio davanti alla sede del distretto Sanitario di Via Rieti. “Bisogna immediatamente trasferire i servizi nella nuova struttura, – continua Pettinari – invece un bacino di circa 70mila utenti, è costretto ad appoggiarsi a questo edificio vetusto in cui ci sono infiltrazioni d’acqua alle pareti, le stanze sono piccole e anguste, le porte cadono a pezzi; non vi è un numero adeguato di prese elettriche e quindi molti fili sono volanti creando situazioni potenzialmente pericolose. Alcuni termosifoni sono arrugginiti e ci sono due ascensori di cui uno e comunque troppo piccolo per permettere l’utilizzo ai pazienti che devono muoversi con la sedia a rotelle. Come se i disagi interni non bastassero, esternamente vediamo che l’edificio è posizionato in un punto centrale in cui i parcheggi scarseggiano e la prima area sosta disponibile è quella della stazione da cui, secondo qualcuno, si dovrebbe raggiungere il distretto sanitario a piedi. Oggi qui hanno trasferito anche i punti di diabetologia ed endocrinologia, che prima erano ospitati all’ospedale Santo Spirito: pensate a quanto è aumentato il flusso di pazienti in questa struttura che cade a pezzi.
Ma non sono solo i problemi strutturali a rendere il distretto sanitario di Pescara Sud obsoleto. Da tempo ci arrivano lamentele perché la strumentazione è carente e il poco personale è costretto a lavorare in situazioni di disagio. Solo a seguito delle mie numerose denunce e pressanti richieste, infatti, è stato assegnato un secondo ecografo alla struttura che, però, è di seconda mano e non di nuova generazione. Eppure per la medicina territoriale l’ecografo è un importantissimo strumento strategico per la diagnosi e qui ne abbiamo due: uno vecchissimo e uno vecchio che deve essere anche condiviso tra numerosi specialisti di branche diverse. È inaccettabile! Non far funzionare i distretti e quindi la medicina territoriale significa riversare tutte le patologie in ospedale e riversare tutto in ospedale significa far collassare il Pronto Soccorso e i reparti spesso costretti a non ricevere più i pazienti. Tutto ciò è vergognoso e ha responsabilità politiche ben precise e definite. Tutto questo porta anche ad un rallentamento delle visite e al conseguente aumento delle liste d’attesa e alla frammentazione delle cure che porta con sé non poche problematiche visto la difficoltà di accesso nelle strutture ospedaliere. Se la medicina territoriale non funziona bene è normale che si crei una spirale di attese e lungaggini che poi portano inevitabilmente al collasso dei punti di emergenza urgenza, come è accaduto e accade, purtroppo, al Pronto Soccorso di Pescara. Se non diamo alla popolazione un’alternativa valida per i controlli e le cure di routine tutto il sistema ne patisce le conseguenze. La medicina territoriale dovrebbe essere potenziata, non solo a parole, per svolgere quella essenziale funzione di filtro verso gli ospedali dove, purtroppo, si ingolfano i reparti rendendo l’offerta sanitaria insufficiente. Eppure tutte le evidenze scientifiche convergono sulla necessità di rafforzare la prevenzione per diminuire gli accessi anche spesso inappropriati in ospedale.
In questo contesto è importante anche parlare della digitalizzazione della medicina territoriale. Lo specialista che esercita nei distretti sanitari dovrebbe avere un accesso immediato alla cartella clinica del paziente, conoscendo le cure che ha in essere, le diagnosi effettuate nelle ultime visite ospedaliere ecc. Un database condiviso in tutto il sistema sanitario è indispensabile per accorciare i tempi e rendere più funzionale il servizio di assistenza. Ma anche su questo siamo ancora alla preistoria con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
C’è un totale disinteresse. Proprio poche ore fa mi hanno comunicato che qui, a due passi da via Rieti il distretto di medicina dello sport in Via Pesaro è sprovvisto di riscaldamento e il personale è costretto a scaldarsi con le stufette elettriche, un ennesima conferma di quanto pressapochismo e disinteresse ci sia. Ora chiediamo che sia resa operativa al 100% la struttura di Via Rio Sparto, che sia dotata di strumentazione nuova e utile alla diagnosi e al controllo del paziente. Che siano fatti investimenti nella medicina territoriale considerandola come parte integrante dell’offerta sanitaria regionale in modo da rendere ogni servizio complementare all’altro. In quest’ottica l’attenzione deve essere posta anche sugli ospedali di Penne e Popoli che sono eccellenze che dovrebbero essere valorizzate anche per snellire la mole di lavoro dell’Ospedale di Pescara. Io continuerò a chiedere a gran voce questi interventi perché è il momento che siano messi in campo atti concreti e chi di dovere deve agire nell’immediato per risolvere queste annose situazioni che si trascinano da anni” conclude.