Congedo di maternità: mio nuovo intervento in plenaria

Questa sera, in sessione plenaria a Strasburgo, si è parlato di un argomento molto importante per le donne, ovvero il congedo di maternità. Questo è stato il testo del mio intervento:

“Cari colleghi, sappiamo bene che uno dei problemi dell’unione europea è il basso tasso di natalità e di fertilità. Ci sono dati allarmanti che riguardano tutti gli stati membri, e la “vecchia Europa” riesce a non avere indici di crescita negativi solo grazie all’apporto dell’immigrazione.

Ma a quanto pare, non riusciamo a concretizzare politiche di incentivo alle nascite, ed anzi, dopo anni di stallo, andiamo verso il ritiro della direttiva sul congedo di maternità. Con ogni mezzo ci siamo opposte e ci opporremo a questo scandalo. Il consiglio non ha mai messo il tema all’ordine del giorno, e di recente la presidenza lettone non si è nemmeno degnata di presentarsi a discuterne in Commissione FEMM.

È evidente che, sul tema del congedo di maternità, CHE NON È UNA VACANZA, ci sono ad oggi diversità anche notevoli tra i vari stati membri, e forse è il caso di abbassare un po’ le aspettative che il Parlamento si prefigge, ma urge portare a casa un risultato e dare risposte concrete ed immediate alle donne europee.
Basta con le discriminazioni, a cui sono costretti spesso i datori di lavoro, pur non volendo, per colpa di politiche carenti, e basta con le discriminazioni tra donne che possono “permettersi” di diventare madri e donne che invece vivono il periodo della gravidanza e dell’allattamento come un’anticamera del loro licenziamento o della fine delle aspettative per la propria carriera.

Eravamo tutti concordi, nelle varie sedi di discussione, su un testo che prevedeva solo di opporci unanimemente al ritiro, senza richiedere una nuova iniziativa legislativa anzitempo.
Vorrei chiedere alla relatrice Arena, ma anche ai colleghi degli altri gruppi, come mai, invece, ci ritroviamo a votare una risoluzione che, cosí com’è, fornisce di fatto un assist alla Commissione per trovare una giustificazione al ritiro della direttiva.

Perché volete, già da ora, chiedere una nuova proposta legislativa, quando ne abbiamo già una di base su cui si doveva riaprire la discussione e che invece, mi pare di capire, vogliate abbandonare anche voi, dandone per scontato il ritiro? Per quel che ci riguarda sosterremo l’emendamento dei Verdi. Mi domando gli altri gruppi cosa faranno e a cosa è, eventualmente, dovuto il cambio di rotta.”