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GiorgioFedele

Attacco Hacker ASL1: a 11 giorni dal crimine il silenzio istituzionale della Regione continua

Fedele(M5S): “Pubblicati altri 386 giga di dati. Cresce la preoccupazione dei cittadini ma la Regione non dà spiegazioni”
“E’ il momento di tutelare la privacy dei cittadini e la loro sicurezza: il presidente Marsilio e la Regione Abruzzo cosa stanno facendo di concreto?  Non si può più tacere, occorrono immediate spiegazioni. Oggi, come apprendiamo dalla stampa, sono stati pubblicati altri 386 GB di dati sensibili degli abruzzesi dal gruppo criminale che ha rivendicato il cyber attacco e le minacce alla nostra regione continuano”. Lo chiede a gran voce Giorgio Fedele, Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, in prima linea nella richiesta di trasparenza da parte della Regione e della Asl già dal 4 maggio, quando per primo ha svelato che sulla pagina deep web del gruppo Monti erano stati pubblicati dati sensibili dei cittadini.

“Il Giro d’Italia con tutte le passerelle di questa Giunta è concluso, così come le urne per le amministrative sono chiuse, ora ci auguriamo che il Presidente della Regione Abruzzo smetta di fare melina e inizi realmente a fare il Presidente della Regione. Deve comunicare chiaramente quale strada l’organo politico sta seguendo per la tutela dei cittadini, sia dal punto di vista del ripristino dei servizi, sia per quanto concerne la tutela della privacy”.

“Non ci sono più alibi – incalza –  sono passati oltre 11 giorni dall’attacco hacker che ha coinvolto la Asl1, i dati sono ormai quasi tutti pubblici ma il silenzio, che più volte come Movimento 5 Stelle abbiamo definito colpevole, persiste.

Oggi apprendiamo, sempre dalla dalla stampa, che si sarebbero attivati numerosi contenziosi contro la Asl 1. La notizia non ci stupisce! Nella scorsa commissione sanità, richiesta dal M5S e disertata da Presidente, Assessore e Direzione Generale, abbiamo messo in guardia tutti i commissari sul pericolo che la pessima gestione della crisi da parte del centrodestra avrebbe potuto esporre la Asl a molti contenziosi. La comunicazione confusionaria, interna ed esterna, che sta portando avanti chi avrebbe il dovere di fare chiarezza è inaccettabile. A oggi ancora non sappiamo se quanto previsto dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR, dall’inglese General Data Protection Regulation), sia stato eseguito e se i tempi di comunicazione del data breach siano stati rispettati. A noi non risultano comunicazioni ufficiali in tal senso. Eppure dovrebbe essere proprio la Asl, che ricordiamolo è sotto controllo e programmazione della Regione Abruzzo, ad avere l’onere di comunicare l’avvenuto furto informatico ai cittadini interessati, anche per evitare che chi voglia sapere se i propri dati sono stati rubati lo debba fare commettendo ciò che lo stesso direttore della Asl1 ha definito un reato.  La mancanza di comunicazione istituzionale sta quindi ledendo il diritto alla tutela di cittadini abruzzesi che, oltre a vedersi sottratti i dati sensibili da un gruppo di criminali, si sentono abbandonati da chi quei dati avrebbe dovuto tutelarli. Come se non bastasse la mancata attivazione del Gdpr esporrebbe la Asl anche a una multa che a quanto ci risulta potrebbe arrivare a decine di milioni di euro. Una situazione gravissima e inaccettabile sulla quale è impossibile rimanere in silenzio.
Non presteremo il fianco a questa pessima gestione della crisi da parte di Asl e Regione Abruzzo. Se lo mettano bene in testa. A questo proposito sempre dalla stampa nazionale e internazionale apprendiamo che l’Agenzia nazionale per la cyber security italiana non sarebbe stata messa nella condizione di operare  e che tutto, di fatto, sia nelle mani di una task force locale con l’ausilio di una ditta privata esperta di sicurezza informatica. Su questo chiederemo lumi nella sede preposta. Dal primo giorno abbiamo denunciato a gran voce quanto sta accadendo, ci siamo addirittura sostituiti alla maggioranza dimostrando vicinanza al territorio e al personale sanitario che sta lavorando in condizioni estreme. Non staremo a guardare mentre il diritto alla tutela, il diritto alla salute e il diritto alla privacy di molti cittadini continuano a venire calpestati” conclude.