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Quando il consenso conta più della buona politica

Il Presidente D’Alfonso decide di fare retromarcia sulla questione TFR e la maggioranza è costretta a rimangiarsi letteralmente un provvedimento che durante la scorsa seduta era stato proclamato come URGENTE e inderogabile.

In sede di Consiglio i consiglieri di maggioranza si trovano a difendere l’indifendibile con un intervento che non regge. Il Presidente D’Alfonso, senza neanche leggere tutti i punti della norma, ha deciso per un drastico passo indietro a causa della decisa reazione di indignazione dell’opinione pubblica. Ma per “compiacere” l’elettorato il Presidente ritira TUTTI i punti previsti, anche quelli che avevano portato il Movimento Cinque Stelle a riflettere molto sulla posizione da assumere nei riguardi della proposta di legge nel suo complesso. Infatti frettolosamente , con l’unico scopo di non perdere consensi, il Presidente D’Alfonso elimina l’intero provvedimento che conteneva anche il tfr per i dipendenti, la cambiale agraria, ovvero circa 750mila euro di fondi a sostegno degli agricoltori e il fondo famiglia. Tanta la fretta che divulga oggi alla stampa il Decreto, recante la data di domani, nel quale premettendo di non avere i poteri per non promulgare la norma, si paragona al Presidente della Repubblica, dichiara di non promulgarla.

“ Non prendiamoci in giro” sostengono i consiglieri penta stellati “oggi noi voteremo a favore la norma che abroga una legge che pochi giorni fa avete votato come urgente, nonostante noi del Movimento vi avessimo invitato più volte a non farlo. Prendiamo atto della vostra marcia indietro, ma non prendiamoci in giro”.