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Piano Sociale Senza Sociale

dai trabocchetti ai Comuni al finanziamento delle consulenze esterne, M5S: “Un affronto per le fasce più deboli”

“E’ partito male il Piano Sociale presentato dalla Regione, costato ben 130mila euro di soldi pubblici per la stesura, commissionata ad un ufficio esterno come se la regione non pagasse già abbastanza funzionari ed impiegati, ed è finito peggio, con uno scontro in aula commissione su circa 2 milioni di euro che l’Assessore Sclocco vuole decurtare dal fondo per le prestazioni ai cittadini e destinarlo alle “consulenze” su studi e ricerche da commissionare esternamente alla Regione”. Un duro commento quello dei consiglieri del M5S Pettinari, Smargiassi e Ranieri, che questa mattina durante la discussione nella V commissione hanno rappresentato tutte le criticità del Piano e presentato degli emendamenti migliorativi su questo documento che, ricordiamolo, è fondamentale per l’assistenza ai disabili e alle fasce più deboli della popolazione.

“Un Piano sociale che guarda più all’aiuto degli amici che alla tutela dei cittadini” affermano “Come può un Comune programmare il numero e la qualità delle prestazioni se non sa su quale somma ammonta il finanziamento regionale per farvi fronte? “ si interrogano i 5 stelle. “I conti forfettari, però, diventano al centesimo quando si parla dei soldi che i cittadini devono dare all’Ente”.

“E’ prevista, infatti, la compartecipazione da parte dell’utenza” spiegano “ ovvero quella cifra con cui i cittadini dovranno integrare l’assistenza socio sanitaria garantita dalla Regione. Dunque mentre con la Deliberazione di Giunta regionale del 3 maggio 2016, n. 285, si sono dettate le linee generali per l’applicazione della compartecipazione da parte dell’utenza in base al nuovo ISEE” continuano “si impone ai Comuni di introdurre la compartecipazione arrivando persino a stabilire le fasce reddituali di contributo con relative percentuali, in violazioni delle più elementari norme di regolazione della Pubblica Amministrazione. Per la serie comandi tu, ma decido io. In parole semplici: quando la Regione deve prendere fa i conti al centesimo, quando deve dare si limita a pagine e pagine di progetti senza indicare come, di fatto, i Comuni dovranno realizzarli“

Ma le assurdità non finiscono qui secondo il M5S, che spiega “Mentre nella prima parte del Piano si indica come prioritario incentivare pratiche presso i Comuni per scoraggiare il ricovero di giovani disagiati in strutture, nella parte inerente all’erogazione dei fondi per questi servizi si prevede che vengano dati alle strutture in base al numero dei ragazzi ricoverati. Ora la domanda che sorge spontanea è ma qual è quella struttura che adotterà misure per disincentivare i ricovero dei ragazzi se proprio in base al numero di ricoveri riceverà i fondi?”

“Il M5S ha predisposto una serie di emendamenti con i quali andare a sanare queste storture, tentando di rimediare ad un Piano fallimentare e pieno solo di tante belle parole” comunicano Ranieri, Pettinari e Smargiassi “Abbiamo combattuto per portare alla piena attuazione la Legge Regionale n. 2/2005, con l’applicazione dell’accreditamento definitivo, quindi di regole chiare che portino efficienza e qualità nel sistema sociale regionale. Abbiamo chiesto di rivedere i criteri di erogazione dei fondi alle strutture premiando la qualità e il numero di utenza da garantire per ogni Comune abruzzese, ed infine, la previsione che le varie strutture politiche amministrative, che si andranno a creare, non dovranno comportare costi a carico del sistema sociale regionale, ma dovranno essere costituite con strumenti e professioni già in carico presso i Comuni o la Regione. Vedremo se approveranno le nostre richieste” concludono “o se ancora una volta preferiranno l’interesse di pochi al bene collettivo. Una cosa è certa, quando governeremo questa Regione le cose saranno molto diverse e questi scempi saranno solo un brutto ricordo”.