“La riappropriazione degli spazi urbani e la loro riqualificazione passa anche dallo sport. Ripensare le aree cittadine in quest’ottica significa riqualificare intere zone oggi abbandonate, puntare al generale benessere psicofisico della collettività e rendere una città attrattiva anche per il turismo sportivo” ad affermarlo è il Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari, che continua “Parchi, strade, piazze, periferie devono cambiare aspetto e diventare delle vere e proprie sport city. Le città commerciali e moderne come Pescara, che godono di un clima mite per la maggior parte dell’anno e hanno grandi spazi, sono ideali per rispondere a alla domanda crescente di luoghi dove praticare sport all’aria aperta, in modo libero e gratuito. Secondo una ricerca realizzata dall’Istituto Piepoli, infatti, il 70% degli intervistati ha dichiarato che svolgerà in futuro attività sportiva e motoria prevalentemente open air. Un fenomeno diffuso in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, ma maggiormente rispondente alle caratteristiche delle città del centrosud e fra le diverse fasce d’età dai 18 agli over 55enni.
Fare sport è un bene per il corpo, farlo all’aria aperta è un bene anche per la mente. Ciò significa che anche micro interventi che restituiscono spazio agli sportivi producono effetti molto più ampi e significativi, allargati alla comunità tutta. Dare nuova vita a spazi pubblici urbani attraverso lo sport significa rendere un’area, o anche un intero quartiere, più vivibile, creando soprattutto isole di socialità che si intersecano con attività propositive.
In molti quartieri difficili delle grandi capitali italiane è stato proprio lo sport a rappresentare un’alternativa alla microcriminalità, soprattutto per i ragazzi più giovani. Offrire la possibilità ai ragazzi di crescere in ambienti dove lo sport, e la disciplina legata a esso, sia preponderante è un ottimo modo per consentire di diventare adulti in un ambiente sano.
Anche in quest’ottica, infatti, l’Amministrazione comunale, la Regione e ogni grado istituzionale dovrebbero intervenire per promuovere la nascita di aree attrezzate e gratuite e iniziative che non si limitino ai singoli eventi. Realizzare eventi sportivi è sicuramente importante. Ma mentre l’evento ha un tempo ben delimitato, l’investimento su un luogo fisico che dia la possibilità a uno spazio di diventare un impianto sportivo a cielo aperto è un investimento a tempo indeterminato.
Oggi, nella migliore delle ipotesi siamo abituati a vedere campi da basket o da calcetto sparsi nei parchi, ma dobbiamo pensare anche alle piazze e alle strade e soprattutto anche ad altri sport che stanno emergendo e meritano dall’Amministrazione lo stesso interesse che gli rivolgono i cittadini. Pensiamo a discipline come l’arrampicata, o calisthenics, che faticano però a trovare attrezzature adeguate negli spazi pubblici. Ma anche luoghi per il parkour , lo skateboard, pattini in linea, golf in città, bike polo, o lo slacklining, cioè la camminata in equilibrio su una fettuccia elastica tesa tra due punti di ancoraggio. Sono tutte discipline che stanno prendendo sempre più piede e generano una domanda a cui la città deve essere pronta dare una risposta” conclude.