“Il Consiglio Comunale di Chieti sul raddoppio della linea ferroviaria Roma-Pescara si è trasformato in un’occasione persa per aprire un confronto reale su un tema determinante per il futuro della nostra Regione”.
Ad affermarlo è il Capogruppo M5S in Regione Abruzzo Sara Marcozzi, che prosegue: “Tenere collegati in videoconferenza per tre ore due dirigenti del Ministero, di cui uno affetto da Covid, per dare loro parola per 5 minuti e senza far loro domande sulla fattibilità delle varianti auspicate dai cittadini è stato uno spreco assoluto. Tre ore durante le quali non si è data parola ai cittadini direttamente interessati dall’opera ma a politici di ogni ordine e grado che – duole dirlo – hanno quasi tutti ribadito l’ovvio, alcuni senza neanche aver compreso che di fronte non avevano funzionari di RFI ma del Ministero. Il potenziamento della linea Pescara-Roma è un’opera che l’Abruzzo aspetta ormai da decenni e che può cambiare completamente le prospettive di sviluppo e crescita del territorio. È sempre utile aprire a occasioni di confronto, a patto che il confronto ci sia realmente. E, purtroppo, questo non è quello che è accaduto”.
“Ho voluto essere presente all’Auditorium Cianfarani – prosegue – per l’intera durata del Consiglio comunale sperando di ascoltare tutte le parti in causa a cominciare dai cittadini, ma ho ascoltato solo esponenti politici che non hanno avuto neanche il garbo di restare fino alla fine per ascoltare gli altri interventi o la brevissima replica che è stata concessa al Ministero. Viste le modalità di svolgimento ho deciso di non intervenire. Si è sottratto tempo al confronto con i cittadini che non hanno la possibilità di interloquire direttamente con i vertici del Ministero e di RFI, facoltà che invece hanno quotidianamente i parlamentari”.
“Mi auguro che i prossimi confronti siano realmente proficui. I cittadini non hanno bisogno di propaganda, servono risposte con i fatti per le eventuali modifiche del tracciato e per ristorare chi ne avrà diritto. Non si perda altro tempo”, conclude Marcozzi.