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Ue, la povertà è donna

Cinquanta anni fa, il volto della miseria era quello dei ragazzini vestiti di stracci. Oggi, emblema dell’insicurezza economica è principalmente la donna. Un esercito di persone sempre in affanno e a un passo dal baratro, tra paghe da fame (quando lo stipendio c’è), pochi diritti e sempre meno welfare. Una situazione tipicamente femminile, ma che attenzione, riguarda sempre più anche gli uomini.
Questo in sintesi il risultato di un recente studio del Parlamento europeo (potete scaricarlo qui:), che prima di tutto mette in evidenza come, negli stati membri, il rischio povertà della donna con figli a carico sia più alto rispetto agli uomini nella stessa situazione: 19% contro il 17%. In linea generale, il rischio di povertà delle donne varia da stato a stato: in Danimarca è solo del 7%, mentre fanalino di coda è la Romania con un preoccupante 30%. In Italia è del 24%, mentre in Spagna del 28%.

Chi rischia di più la povertà sono le donne immigrate (33%) e madri single (34%). La povertà al femminile in Italia è rappresentata dal 32% delle madri che hanno lasciato il proprio paese ed il 41% è costituito dalle donne single. La Grecia è la prima in classifica quando si tratta di rischio povertà delle donne migranti (52%), seguita a ruota dalla Spagna (47%), dal Belgio (39%) e addirittura dal Lussemburgo e dalla la Francia (35% per entrambi). La Grecia è la prima in classifica quando si tratta di rischio povertà per le madri single, con il 57%, la Germania al 43% e l’Italia al 41%, seguita dal 40% della Bulgaria.
Se poi una donna lavora part time ed è migrante o single con bambini, la situazione si fa disastrosa. I bambini nati in condizioni di povertà, sono potenzialmente destinati non solo alla precarietà sociale (vivere in un alloggio in condizioni decenti, accedere alle cure sanitarie, ecc), ma anche di tramandare da una generazione all’altra il rischio di povertà. In Europa, un alta percentuale di donne svolge lavori part time: ben il 38%, contro al 5% degli uomini. L’Olanda con un 84% detiene il record delle lavoratrici part time, non sono da meno la Germania con il 74%, l’Austria (61%), Lussemburgo e Belgio (50%). Inoltre, rischiano di cadere in povertà sia gli uomini che le donne giovani con un contratto di lavoro temporaneo oppure autonomo.

Attualmente, in Europa le persone a rischio povertà sono ben 123 milioni (65,1 milioni di donne e 58,8 milioni di uomini), con un progressivo aumento del rischio miseria per gli uomini. 47,6 milioni sono invece le persone prive di beni materiali essenziali, un numero impressionante su cui riflettere seriamente. La crisi indubbiamente ha fatto la sua parte.

Come iniziare a porre rimedio a tutto questo? Con il reddito di cittadinanza. Il 9 maggio il Movimento 5 Stelle organizza una marcia pubblica per il reddito di cittadinanza. Il percorso sarà Perugia – Assisi di 24 chilometri.

Nessuno deve essere lasciato indietro!!!

• Per maggiori informazioni sulla marcia:
• Per scaricare lo studio del Parlamento EU: