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Sanità pubblica in pericolo, Pettinari analizza i dati dei servizi ambulatoriali pubblici

“fallimento del riordino della rete ospedaliera e le folli soluzioni a targa PD”

“Saranno 97 i nuovi presidii privati a pagamento, abilitati da Regione Abruzzo, per offrire prestazioni di specialistica ambulatoriale (visite specialistiche, laboratorio analisi, diagnostica e riabilitazione). Lo scopo, a nostro avviso, è cercare di colmare il disastro effettuato dal Governo PD con il riordino della Rete Ospedaliera pubblica. Un fallimento che, numeri alla mano, ha portato l’Abruzzo ad avere un esubero di cure non garantite dal sistema sanitario regionale pubblico che ammonta a quasi 3 milioni di prestazioni che non si riesce a soddisfare, costringendo i cittadini a rivolgersi fuori regione, a rinunciare alle cure o ad intasare i pronto soccorso con codici bianchi”.
Lo ha spiegato Domenico Pettinari, consigliere regionale M5S e vice presidente della commissione sanità, nel corso di una conferenza stampa questa mattina in Regione Abruzzo.
Dalla Deliberazione di Giunta regionale 28 luglio 2017, n. 417 si evince che in Abruzzo abbiamo avuto una richiesta totale di prestazioni annue pari a n. 19.514.028, per un costo totale di euro 211.479.738,00, con un costo medio pro-capite per cittadino di euro 159,40.
In Abruzzo, sempre dal Documento, si rileva che abbiamo n. 95 erogatori privati che forniscono prestazioni ambulatoriali insieme alle Aziende Sanitarie pubbliche, di cui n. 54 sono laboratori di analisi, n. 9 sono case di cura, n. 20 sono studi di radiologia e n. 5 sono branca a visita, tutti suddivisi nei territori di competenza della ASL. Si evince, inoltre, che sono state erogate n. 19.514.028 prestazioni a carico del SSR, di queste prestazioni n. 16.598.919 sono state erogate tramite l’offerta pubblica, mentre n. 2.915.109 tramite l’offerta privata, ad un costo più elevato rispetto a quella pubblica, in particolare per la “Medicina fisica e riabilitativa FKT”.
Pertanto possiamo riscontrare facilmente che ci sono una serie di servizi ambulatoriali che le Asl non riescono a garantire creando un fabbisogno aggiuntivo di prestazioni che deve essere colmato. Complici di questa “domanda inevasa” sono i depotenziamenti degli ospedali minori e dei rispettivi reparti, la chiusura dei distretti sanitari e la diminuzione delle guardie mediche. Un riordino dei reparti che, quindi, lascia “a piedi” migliaia di cittadini costringendoli a rivolgersi agli erogatori privati a pagamento, o a Asl fuori regione o addirittura a rinunciare alle cure. Tutto questo si traduce in una fallimentare gestione della sanità pubblica abruzzese”. Commenta Domenico Pettinari.

COME E’ STATO CALCOLATO IL FABBISOGNO AGGIUNTIVO DI QUASI 3 MILIONI DI PRESTAZIONI NON GARANTITE DAL SISTEMA PUBBLICO?
Per calcolare il fabbisogno aggiuntivo a livello regionale si sono presi in esame nel Documento quattro parametri, quali:

  • Mobilità passiva extra-regionale, ovvero tutti quei cittadini che decidono di curarsi fuori dai confini regionali.
  • Prestazioni richieste ed in attesa di erogazione, ovvero tutte quelle visite che superano i 60 giorni di attesa;
  • Prestazioni ambulatoriali derivate dagli accessi in pronto soccorso, tutti gli accessi in codice bianco al Pronto Soccorso che intasano terribilmente i soccorsi per i codici più urgenti e che potrebbero essere soddisfatte ambulatorialmente se i servizi fossero adeguati;
  • Prestazioni erogate a totale carico del cittadino, ovvero tutti quei cittadini che decidono di rinunciare alle cure.

DALL’ANALISI DI QUESTI PUNTI viene rilevato il numero enorme di pazienti che non è riuscito ad avere un servizio adeguato dalla sanità pubblica abruzzese.
A COSA PUNTA LA REGIONE ABRUZZO?

  • Favorire l’accesso dei cittadini alle prestazioni, specie per quelle persone dimoranti in zone limitrofe;
  • Abbattere i tempi di attesa;
  • Coniugare i volumi delle prestazioni con i requisiti di appropriatezza clinica ed erogativa.

E COME INTENDE FARLO?
La soluzione dell’Assessore Paolucci e del Presidente D’Alfonso, prospettata con la Delibera 28 luglio 2017, n. 417, è quella di autorizzare in ambito regionale l’apertura di 97 nuove strutture private aggiuntive, rispetto alle 95 già esistenti, per erogare prestazioni esclusivamente a pagamento.
Nel dettaglio si è calcolato il numero di nuovi erogatori privati, suddiviso per ogni provincia:

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“E’ impensabile” incalza Pettinari “che dopo aver constatato il fallimento del riordino della rete ospedaliera e della conseguente carenza dei servizi ambulatoriali di diagnosi, cura e riabilitazione pubblica, l’unica iniziativa sia quella di attivare dei nuovi ambulatori privati con costi elevati per i cittadini. Per assurdo è come se, la mensa di un luogo di lavoro (dove si mangia gratis grazie alle ritenute sullo stipendio) finisse i pasti per gli operai, ed il ristoratore indicasse a questi ultimi un ristorante stellato a pagamento come soluzione per il pranzo.

COSA AVREBBE FATTO IL M5S?
Per soddisfare il fabbisogno che il pubblico non riesce a garantire bisogna ampliare l’offerta pubblica e non quella privata. Come?

  • Eliminando gli sprechi che sono il primo esborso di fondi pubblici. (vedi per esempio affitto giornalieri Pet-Ct)
  • Eliminando e combattendo la corruzione in ambito sanitario. Una ricerca di pochi giorni fa ci dice che l’Abruzzo è tra le regioni più corrotte d’Italia in ambito sanitario. Questo ha un costo elevatissimo che ricade sui cittadini.
  • Ridurre le liste d’attesa con un monitoraggio costante dei macchinari a disposizione riattivando quelli esistenti, soprattutto in ambito diagnostico, e non lasciarli marcire nelle stanze degli ospedali (vedi il caso di Popoli venuto a galla sempre grazie all’intervento del M5S);
  • Potenziamento dei distretti, riapertura dei reparti strategici, riattivazione dei presidi sanitari pubblici indispensabili per il territorio.

ALTRI DATI…
Dalla delibera riscontriamo che gli abruzzesi che si sono rivolti fuori regione per usufruire delle prestazioni ammontano a n. 966.579, per una spesa complessiva di euro 26.768.871,00. Tali prestazioni sono suddivise per provincia in: L’Aquila n. 232.121 – Chieti n. 210.427 – Pescara n. 109.194 – Teramo n. 414.837.
Per le liste d’attesa si è riscontrato, al fine di abbatterle e soddisfare le richieste dei cittadini, un numero di prestazioni aggiuntive pari a 830.736. Le principali visite che risultano insoddisfatte sono quelle cardiologiche, oculistiche, dermatologiche, ecografie addome, elettrocardiogramma, mammografia, ecodoppler dei tronchi sovra aortici. Queste risultano suddivise per provincia nel seguente modo: Chieti n. 247.642 – L’Aquila n. 191.007 – Pescara n. 199.709 – Teramo n. 192.378.
Mentre per gli accessi al pronto soccorso, per i quali i cittadini con codice triage bianco e che hanno versato il ticket di euro 36,15, sono risultati n. 20.565, suddivisi in: L’Aquila n. 3.876 – Chieti n. 6.121 – Pescara n. 6.111 – Teramo n. 4.457.
Infine si è calcolato un fabbisogno aggiuntivo per prestazioni per quei cittadini che hanno rinunciato alle cure care pari a n. 896.988, suddiviso in: Chieti n. 267.392 – L’Aquila n. 206.240 – Pescara n. 215.636 – Teramo n. 207.720.
Inoltre per le apparecchiature sanitarie, necessarie ad eseguire le prestazioni, si è calcolato un fabbisogno aggiuntivo per la risonanza magnetica di 10 unità, di cui n. 1 per la ASL Avezzano – Sulmona – L’Aquila, n. 3 per la ASL Lanciano – Vasto – Chieti, n. 3 per la ASL Pescara e n. 3 per la ASL Teramo.