NOPOWERCROP

Powercrop e lo strano caso delle risoluzioni parallele

ranieriStante quanto riportato dalla stampa locale e volendo fare chiarezza su quanto accaduto il 9 aprile scorso in consiglio regionale, in relazione alla questione Powercrop, è bene fare un piccolo passo indietro.

Il 17 marzo il Movimento 5 Stelle aveva presentato una risoluzione urgente, condivisa con tutti gli oppositori al progetto Powercrop, mirante a porre la parola fine sulla vicenda, bloccando una volta per tutte l’impianto a biomasse e ponendo le basi per una vera riconversione agroindustriale; risoluzione, purtroppo, mai discussa in aula a seguito del comportamento del Presidente del Consiglio Regionale sul quale stendiamo un velo pietoso.

Qualche giorno più tardi, rendendosi evidentemente conto di non potersi esimere dal prendere posizione, il consigliere Berardinetti presenta una propria risoluzione, la quale, tuttavia, era ben lungi dal centrare il problema, sostanziandosi in un documento vuoto di contenuti, nel più classico stile della politica italiana.

A seguito dell’accaduto, il Movimento 5 Stelle ha chiesto un Consiglio Straordinario trasformando la risoluzione già presentata in un documento che venga finalmente discusso ed approvato. Per non farsi mancare nulla, il consigliere Berardinetti ed il presidente del Consiglio Di Pangrazio, presentano, nel giorno stesso del Consiglio, un secondo documento, questa volta sostanzialmente ricalcando quello da noi presentato, ma privandolo di alcune parti: quelle essenzialiper indicare una strada all’esecutivo che sia effettivamente utile non solo a fermare il progetto Powercrop, ma altresì a bloccare lo sperpero di 100 milioni di euro di fondi pubblici, che potrebbero invece essere utilmente impiegati per la creazione di una vera filiera agroindustriale, evitando contestualmente un’ulteriore danno all’economia del territorio e creando vera e stabile occupazione.

Poiché la risoluzione presentata dalla maggioranza era di gran lunga meno efficace di quella presentata dal Movimento 5 Stelle, abbiamo dapprima suggerito alla maggioranza di firmare il nostro documento in modo da realizzare un’azione politica condivisa e trasversale, ricevendone un netto rifiuto.

Allora, abbiamo chiesto di sintetizzare un unico documento dai due presentati per salvaguardare l’efficacia dell’intervento e per ridare dignità e funzione alla politica, rimasta dormiente ed incapace fino al nostro intervento.

Di fronte all’ulteriore rifiuto, è apparso evidente come l’unico interesse della maggioranza, ed in particolare di Berardinetti e Di Pangrazio, fosse quello di ottenere una vittoria personale, anche a discapito del territorio, vista la poca lungimiranza con cui era stato redatto il documento di maggioranza.

Volendo quindi, sopra ogni cosa, salvaguardare la Marsica ed ottenere il necessario risultato, abbiamo offerto alla maggioranza di firmare, loro per primi, il nostro documento, regalando di fatto a loro l’iniziativa politica, pur di assicurare il bene di tutti. Il risultato è stato l’ennesima risposta negativa.

Alla fine, quando abbiamo capito che, contro ogni ritualità e contro ogni serietà, il Presidente Di Pangrazio avrebbe messo in votazione entrambi i documenti, Il Movimento 5 Stelle ha scelto di votare solo l’intervento che si riteneva efficace nel dare soluzione al problema e non quello il cui unico scopo era garantire un minimo di visibilità ai proponenti, con sicuro danno per i Cittadini.