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Ponte del Giovenco: un colpo d’occhio e 20 comuni del Parco sono in ginocchio

Ranieri (M5S): “si faccia immediatamente una perizia per valutare lo stato reale del collegamento”

E’ bastato uno sguardo al ponte della strada provinciale 17 per mettere in ginocchio il turismo e la mobilità della Valle del Giovenco e dell’Alto Sangro. Il ponte sul Giovenco, che unisce paesi interdipendenti tra loro e garantisce importanti collegamenti verso i centri urbani più grandi, è stato chiuso al transito senza alcuna perizia che ne abbia attestato la solidità” il commento arriva dal consigliere regionale Gianluca Ranieri che spiega “il ponte che collega Bisegna e Pescasseroli, è chiuso da un mese e mezzo e sostanzialmente separa l’Alto Sangro dalla Valle del Giovenco. Ma nonostante fosse necessario un provvedimento urgente per effettuare le doverose verifiche, ad oggi si rimane ancora affidati ad un’analisi visiva della struttura, perché, dopo un mese e mezzo, non è stata predisposta alcuna perizia che abbia attestato lo stato di solidità del ponte. Eppure tale perizia non sarebbe costosa, permetterebbe di capire l’entità e la necessità degli interventi e potrebbe consentire la valutazione di un utilizzo limitato della strada, come ad esempio il traffico a piedi, in attesa della messa in sicurezza. Peraltro, sembrerebbe, ma qui ancora una volta servirebbe la perizia, che la parte franata del ponte, non sia un elemento strutturale ma semplicemente decorativo, per cui la solidità del ponte potrebbe anche non essere stata minimamente compromessa dal piccolo crollo. Al momento, la principale via di comunicazione tra L’Alto Sangro e la Valle del Giovenco resta completamente bloccata, e da Pescasseroli bisogna fare 50 km di strade non troppo agevoli per raggiungere Bisegna, al posto dei 10km della strada attraverso il ponte (10 minuti contro circa 1 ora). Un disastro per tutti i cittadini che, per esempio, lavorano in un paese e abitano nell’altro. Un disastro in estate, figuriamoci d’inverno. Stiamo parlando di circa una ventina di paesi che subiscono il disagio in forma più o meno grave. Senza contare che queste aree interne popolate di paesi molto piccoli, vivono di un’economia basata principalmente sul turismo estivo, che chiaramente è stata messa in ginocchio: si tratta dei paesi del parco nazionale, in cui si vive di un turismo di passaggio (e di ritorno) che chiaramente è stato drasticamente penalizzato.
La domanda che ci poniamo è: esiste la volontà di ripristinare questo collegamento? Oppure l’inazione della politica nasconde l’interesse ad avvantaggiare una differente viabilità? La cosa certa” Conclude Ranieri “è che ad oggi non si è proceduto ad alcuna reale verifica e si cincischia tra accordi di massima e gare per l’affidamento di lavori, di cui ancora non si conosce né l’entità ma soprattutto la necessità!”.