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Domenico Pettinari

Pescara, nella terapia intensiva Covid preoccupa il rapporto infermieri pazienti

Pettinari (M5S): “Sembra che invece di un infermiere ogni due pazienti, come dovrebbe essere, ce ne sia uno ogni quattro. Serve immediatamente altro personale”

“Se devi combattere una guerra hai bisogno di soldati valorosi ed esperti, è questo l’unico modo per raggiungere la pace. Quella contro il coronavirus è una guerra, una guerra che non possiamo perdere, per questo dobbiamo avere i migliori soldati sul campo al fine di salvare il maggior numero di vite umane possibile”. Con queste parole il Vice Presidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari torna a chiedere che nell’ospedale di Pescara venga reperito ulteriore personale sanitario infermieristico, perché a quanto sembrerebbe la situazione inizia ad essere allarmante e la richiesta d’aiuto arriva forte e chiara.

“Da informazioni assunte – spiega Pettinari – arriva la conferma che nella terapia intensiva Covid il rapporto paziente infermiere non sia per nulla buono: secondo quanto previsto dalle normativa Regionale e nazionale per 2 pazienti deve esserci 1 infermiere e nel caso di pazienti pediatrici addirittura, il rapporto deve essere 1 a 1. Oggi nell’Ospedale di Pescara, a fronte di 26 pazienti ricoverati in terapia intensiva COVID, sembrerebbe che ci sia 1 infermiere per ogni 3,5/4 pazienti. Non va meglio per i medici, dove la normativa prevede un rapporto di 1 medico ogni 4 pazienti, mentre attualmente sembra che a Pescara si lavori con 1 medico ogni 8 pazienti. I dati sono da tenere in considerazione in quanto i ricoveri in terapia intensiva covid non possono essere equiparati a quelli di una normale terapia intensiva, perché i degenti necessitano di prono supinazione. Una situazione che avevamo denunciato già nei giorni scorsi con il mio dossier sulla Asl di Pescara, ma che oggi assume connotati più chiari e definiti. L’ospedale di Pescara necessita immediatamente di almeno 15 nuove unità infermieristiche di alto profilo per le terapie intensive . Le unità assegnate negli ultimi giorni, sembrerebbe che non siano andate a potenziare l’organico, ma a compensare le uscite di altre unità. Quindi, nonostante tutto, la carenza di personale non è stata in alcun modo colmata. Non è una questione politica, non è una questione amministrativa è questione di fare la differenza tra la vita e la morte di pazienti Covid” conclude Pettinari.