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agricoltura

Legge europea regionale, Pettinari scopre la pecca “non si assegnano i fondi con trasparenza”

ARRIVA LA LEGGE EUROPEA REGIONALE IN COMMISSIONE , DUE EMENDAMENTI M5S LA MIGLIORANO PETTINARI “LA NORMA NON PREVEDE UN’EVIDENZA PUBBLICA PER L’ASSEGNAZIONE DEI FONDI E NON TUTELA IL SINGOLI AGRICOLTORI O LE AZIENDE DA COSTI AGGIUNTIVI , ABBIAMO PRESENTATO EMENDAMENTI DI MERITO PER RISOLVERE LE LACUNE”

DomenicoPettinariArrivano 600 mila euro a favore degli organismi di consulenza per le aziende Agricole attive nella produzione primaria e per i giovani agricoltori. Ma qualcosa non torna al consigliere Pettinari (M5S) che in commissione, dopo un’attenta lettura sottolinea che “Questa norma predisposta dalla maggioranza di governo, non prevede nessun tipo di selezione ad evidenza pubblica per i suddetti organismi” Così durante la discussione della proposta di Legge europea regionale 2015 arriva DAL M5S un emendamento che secondo il consigliere è “ volto a prevedere una selezione pubblica per i servizi di consulenza, perché riteniamo che non si possano erogare in maniera arbitraria soldi pubblici”.

Ma l’intervento più sostanziale arriva con un altro emendamento per tutelare i fruitori della norma da eventuali costi. Infatti il consigliere pentastellato sostiene che “Ho dovuto, poi, redigere un ulteriore emendamento che tuteli il singolo agricoltore o i proprietari di azienda, poiché l’art. 19, contiene una serie di gravi contraddizioni, come quella collegata alla somma da erogare agli organismi di consulenza, che non può superare il tetto massimo dei 1.500 euro. Questa disposizione farebbe presupporre che l’azienda agricola o il contadino non debbano pagare nulla. E, invece, andando avanti nell’articolato, viene fuori un comma poco chiaro dal quale si evince che, gli ulteriori costi della consulenza, debbano essere a carico dell’azienda agricola. Credo che il giudizio su questa norma – afferma con decisione Pettinari – non possa che essere negativo, soprattutto da un punto di vista etico. Per un comma così iniquo non possiamo che chiedere l’abrogazione”.