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La Regione blocca il Piano Anticorruzione proposto dal M5S

Pettinari (M5S): “Chi ci governa ha perso l’occasione di dare un segnale forte e chiaro contro la corruzione nella pubblica amministrazione”

Nulla da fare, la Regione Abruzzo blocca la proposta del M5S per combattere la corruzione in regione. Nonostante sia uno dei primi cancri del nostro Paese, con un costo che va dai 20 ai 30 miliardi l’anno, e nonostante la regione Abruzzo sia stata investita da un vero e proprio terremoto giudiziario anche con indagini sulla corruzione, oggi la prima commissione ha bocciato la Risoluzione a firma di Domenico Pettinari per attuare l’ufficio che avrebbe portato avanti i punti programmatici per una regione più trasparente e libera da questo cancro.
“Abbiamo presentato una proposta di buonsenso” commenta Domenico Pettinari “elaborata dopo un attento studio della situazione in Abruzzo ed in altri territori del Paese. Abbiamo constatato che la Regione Abruzzo è carente di un Piano valido anche a causa del mancato aggiornamento, da parte degli uffici preposti, del Piano triennale di prevenzione della corruzione per il triennio 2017/2019, previsto entro il 31 gennaio 2017 , come da Art. 1 della Legge 190/ 2012. Una mancanza che non ci è passata inosservata e che abbiamo segnalato anche con un esposto all’Anac.

Il problema della corruzione nel Paese, e in particolar modo nella Pubblica Amministrazione – dichiara Domenico Pettinari -, appare come una vera e propria emergenza sociale. I pubblici dipendenti di ogni ordine e grado possono essere sottoposti, per i loro doveri d’ufficio a tensioni e sollecitazioni, il cui contrasto merita di essere rafforzato con iniziative coordinate con la normativa vigente. Il danno prodotto dal sistema illegale della corruzione incide pesantemente e negativamente sull’efficienza della Pubblica Amministrazione concorrendo a determinare un imponente quanto ingiustificato aumento della spesa pubblica con le negative ricadute economiche e fiscali che questo comporta.La corruzione costa ogni anno circa 30 miliardi di euro.

“Abbiamo chiesto alla Giunta attraverso una Risoluzione, l’istituzione di un UFFICIO PER LA TRASPARENZA E L’ANTICORRUZIONE che senza costi aggiuntivi per l’Ente, avrebbe dovuto far rispettare nella Regione Abruzzo le direttive dell’Autorità nazionale Anticorruzione nell’analisi dei fenomeni corruttivi anche affiancando il Responsabile della prevenzione della corruzione. Questo Paese”, incalza Domenico Pettinari “ha bisogno di prendere una strada radicalmente diversa da quella percorsa fin ora, iniziamo da piccoli passi ma che siano un segnale forte e chiaro per chi della corruzione ha fatto una ragione d’essere. Ma questo segnale” tuona il 5 stelle “la Regione Abruzzo ha deciso di non darlo. Siamo basiti e delusi da questo governo regionale, come lo sono la maggior parte dei cittadini abruzzesi”.

ECCO COSA AVEVA PROPOSTO IL M5S E COSA LA REGIONE ABRUZZO HA BOCCIATO.

  1. un’analisi di tutte le aree di attività ed una mappatura esaustiva di tutti i processi;
  2. Adozione di tutti gli interventi necessari riguardanti l’imparzialità oggettiva (volte ad assicurare le condizioni organizzative che consentono scelte imparziali) e l’imparzialità soggettiva del funzionario (per ridurre i casi di ascolto privilegiato di interessi particolari in conflitto con l’interesse generale);
  3. L’Assicurazione dell’integrità morale dei funzionari pubblici e la trasparenza d’azione ed organizzazione della Pubblica Amministrazione;
  4. Realizzazione di un lavoro di autoanalisi organizzativa per l’individuazione di misure di prevenzione della corruzione, concepito NON come adempimento a sé stante, ma come una politica di riorganizzazione da conciliare, in una logica di stretta integrazione, con ogni altra politica di miglioramento organizzativo;
  5. L’effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione;
  6. Redazione del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione annuale coinvolgendo anche componenti delle forze politiche di minoranza;
  7. Analisi dei i settori principali e strategici dell’Ente più esposti a fenomeni corruttivi (Appalti ed Opere Pubbliche, Contabilità Pubblica, Appalti e Forniture di Beni e Servizi).
  8. Approfondire l’analisi degli aspetti cruciali indicati dal PNA, ossia: trasparenza, conflitto di interessi, incompatibilità dei pubblici dipendenti, conferimento incarichi, tempi dell’azione amministrativa;
  9. Potenziare i controlli ed il supporto al Responsabile Prevenzione Corruzione;
  10. Attivare un concreto processo di responsabilizzazione dei Dirigenti;
  11. Attuare un monitoraggio costante del PTPC.
  12. Condurre in modo univoco e dettagliato le direttive dell’Autorità Nazionale Anticorruzione istituendo una Commissione Consiliare specifica per analizzare i fenomeni corruttivi nel rispetto delle normative vigenti.
  13. Esaminare il livello di informatizzazione dei processi per consentire la tracciabilità dello sviluppo del processo e ridurre quindi il rischio di “blocchi” non controllabili con emersione delle responsabilità per ciascuna fase;