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Inceneritore in Abruzzo, Marcozzi replica a Mazzocca: “sia serio e si dimetta!”

“Da un sottosegretario con delega all’ambiente mi sarei aspettata una risposta più seria e intellettualmente onesta della nenia “E’ colpa della Raggi!” – replica Sara Marcozzi, capogruppo M5S a Mario Mazzocca insistendo nella richiesta di dimissioni alla luce dell’emanazione del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, attuativo del Decreto Sblocca Italia, che conferma l’intenzione del Governo Renzi di installare un inceneritore in Abruzzo.

“Mazzocca sa che l’ultimo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti risale al 2007 in violazione dell’art. 199 c. 8 del Codice dell’Ambiente, secondo cui il piano si sarebbe dovuto adeguare entro il 12 dicembre 2013. Anche per questo motivo, pendono procedure di infrazione UE. Sa bene che nella bozza del decreto attuativo (dell’agosto 2015) gli inceneritori previsti erano 11 e che, avendo le regioni Liguria, Piemonte e Veneto adeguato i rispettivi PRGR, sono riuscite a scongiurare il pericolo inceneritore. Tanto è vero che oggi gli inceneritori previsti nel decreto ministeriale sono solo 8. Questo è quello che chiedemmo a Mazzocca in più occasioni e che Mazzocca non ha ancora fatto – continua Marcozzi – Nel vigente PRGR è previsto che, al raggiungimento della soglia del 40% di raccolta differenziata, la Regione possa decidere di far ricorso all’incenerimento in impianti dedicati. Per questa ragione, il M5S depositò il 13 ottobre 2015 la proposta di legge n. 168/2015, in attesa dell’approvazione del nuovo Piano, per modificare, eliminandola, questa possibilità (http://iter.crabruzzo.it/crabiterfo/showRicerca.do). Medesima richiesta, di modifica del piano o di approvazione del nuovo, fu da noi ribadita durante la seduta di consiglio straordinario del 29 febbraio 2016. Nulla di ciò è stato fatto né preso in considerazione.”

“Il 5 ottobre 2016, a un anno dal deposito della nostra proposta di legge, viene pubblicato il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri in cui all’allegato III in cui, relativamente alla nostra regione, si legge: “(…) Il Piano regionale di Gestione di Rifiuti vigente prevede che l’incenerimento di frazioni non altrimenti riciclabili in impianti dedicati è ammissibile al raggiungimento della media del 40% di raccolta differenziata. Atteso che, ad oggi, tale livello si attesta sulla percentuale del 46,1%, risulta giustificata la realizzazione di un nuovo impianto da 120.000 tonn/anno, tale dasoddisfare le esigenze regionali” (http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2016/10/05/16A07192/sg). Dal testo del decreto ministeriale, dunque si evince facilmente che la previsione di un inceneritore è causata dalla mancata modifica del Piano regionale di Gestione dei Rifiuti e che l’impianto dovrebbe servire esclusivamente a soddisfare il fabbisogno regionale”.

“La Raggi e Roma non c’entrano nulla! La scelta degli inceneritori è del Governo Renzi e la colpa dell’inceneritore in Abruzzo è riconducibile all’inerzia del Governo regionale. Mazzocca farebbe bene a concentrarsi sulla sua regione, piuttosto che accampare scuse che non hanno i piedi per camminare. Delle due l’una, o il sottosegretario Mazzocca non ha letto il DPCM del 5 ottobre o è disonesto intellettualmente. In entrambi i casi, deve dimettersi! Nel frattempo, la prossima settimana, mi recherò personalmente in procura per depositare un esposto su tutte le inadempienze di Regione Abruzzo in tema di rifiuti.”

Contro l’inceneritore resta ancora una speranza “Avverso il decreto Sblocca Italia pendono numerosi e fondati ricorsi avanti la Corte Costituzionale, purtroppo, però, il contenuto del decreto è stato calato all’interno della Riforma Costituzionale Renzi-Boschi-Verdini, dunque, se vogliamo scongiurare definitivamente il pericolo inceneritore, non ci resta che votare NO al referendum del prossimo 4 dicembre” conclude Marcozzi.