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Il M5S in prima fila contro Ombrina in ogni sede istituzionale

Un voto favorevole, quello del M5S sulla proposta di referendum nazionale per abolire le norme che oggi consentono l’estrazione di idrocarburi sulla costa abruzzese, ma che è accompagnato dalla consapevolezza delle numerose criticità che sono stato evidenziate proprio dai cinque stelle in più occasioni.

Questo referendum, infatti, è il frutto della scommessa di alcuni più che di una strategia oculata e condivisa. Com’è noto, il referendum, che il M5S esalta come strumento essenziale di democrazia diretta, è oggi fortemente penalizzato dall’obbligo di raggiungere, pena la sua inutilità, un quorum consistente che solo una volta, di recente, è stato raggiunto in oltre un trentennio di storia referendaria. Inoltre non aiuta il fatto che le trivellazioni interessino oggi poche regioni, non le più popolose, né il fatto che si sia scelto di isolare i quesiti sugli idrocarburi da altri possibili sulla buona scuola jobs act etc, cioè su temi di sicuro interesse nazionale e quindi di sicuro traino.

Il M5S intende percorrere la strada, priva di pericolose scorciatoie, della mobilitazione popolare unita all’iniziativa politica in tutte le sedi istituzionali in cui è presente.

IN REGIONE

Il Gruppo consiliare abruzzese si è fatto parte attiva nel deposito della proposta di legge nazionale di iniziativa regionale, elaborata dal Coordinamento No Ombrina, la quale mira ad ottenere per via parlamentare l’abolizione delle stesse norme oggetto di referendum.

“Speriamo che questa proposta sia discussa il prima possibile” commenta Sara Marcozzi prima firmataria della legge ”Inoltre” continua la consigliera M5S “il Gruppo consiliare abruzzese ha presentato una risoluzione urgente, bocciata dalla maggioranza dalfonsiana, che mirava ad ottenere il recepimento di argomenti giuridici forti nel ricorso che la Regione Abruzzo si accinge a presentare al Tar del Lazio contro il Decreto ministeriale che esprime parere positivo sulla compatibilità ambientale di Ombrina Mare 2. Nonostante la bocciatura, quegli argomenti sono stati trasmessi all’Avvocatura regionale chiedendone il recepimento”.

IN PARLAMENTO

“In parlamento” aggiunge Gianluca Vacca portavoce alla Camera M5S “tutti i portavoce abruzzesi si faranno promotori di una mozione parlamentare che mirerà ad imporre al Ministero dello Sviluppo Economico la sospensione del procedimento autorizzativo riguardante Ombrina Mare fino all’esito della discussione in Aula dei progetti di legge di iniziativa parlamentare già presentati e di quello in discussione in Abruzzo, i quali tutti mirano ad eliminare una parte del famigerato art. 35 del cosiddetto Decreto Passera. E su tale mozione” continua Vacca “verificheremo quanto certi parlamentari abruzzesi, che oggi si stracciano le vesti, siano disposti a fare davvero per fermare Ombrina”.

Presenteremo inoltre un esposto per chiedere alla magistratura di verificare se le anomalie da noi riscontrate nelle azioni dei ministeri, e che hanno permesso ad Ombrina di non essere bloccata già nel 2012, siano fondate e possano avere dei rilievi penali.”

La storia di Ombrina è semplice quanto paradigmatica di come le lobby siano in grado di influenzare le scelte di politica energetica e di penetrare nelle segrete stanze del potere ministeriale.

La Medoilgas presenta la richiesta di autorizzazione per l’estrazione di idrocarburi e gas dinanzi la Costa dei Trabocchi il 17 Dicembre 2008.

Il 26 Agosto 2010 entra in vigore il c.d. Decreto Prestigiacomo ( D. Lgs. 128/2010) che sancisce il divieto di estrazione entro le 12 miglia dalle aree protette e dice espressamente che le disposizioni approvate “si applicano ai procedimenti autorizzatori in corso alla data di entrata in vigore del presente comma”.

Tra i procedimenti autorizzatori c’è quello che riguarda Ombrina e infatti la Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale esprimeva parere negativo di compatibilità ambientale con provvedimento n. 541 del 7.10.2010 motivato in riferimento alla presenza nella zona costiera prospiciente l’area di ricerca di “due siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) … denominati “Fosso delle Farfalle” e Lecceta litoranea di Torino di Sangro e Foce del Fiume Sangro” oltre che di un’area sottoposta a vincolo paesaggistico dichiarata di notevole interesse pubblico Il Ministero non doveva far altro che emanare il provvedimento definitivo di diniego nei confronti di Medoilgas. E invece resta immobile fino al 26 Giugno 2012, data dell’entrata in vigore del D. Lgs. 82/2012, con il quale il Governo Monti estende il divieto di estrazione a 12 miglia per qualsiasi tipo di impianto ma fa “salvi i procedimenti concessori in corso alla data di entrata in vigore del D. Lgs. 128/2010”. E Ombrina, ormai morta nell’ottobre 2010, resuscita nel giugno 2012!

Contro il malaffare e le lobby del petrolio il M5S si batterà fino a che la costa abruzzese non sarà interamente liberata.