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Il grande inganno dei rifiuti, dalle parole ai fatti la sostanza cambia, anzi brucia

La scelta di Regione Abruzzo è verso l’incenerimento dei rifiuti. Chiamare le cose con altri nomi non cambierà la sorte dell’Abruzzo a guida del Presidente D’Alfonso. Nonostante il Pd abbia votato in Consiglio contro l’incenerimento, oggi attua regolamenti che prevedono la combustione dei rifiuti in regione e nelle regioni limitrofe. Ecco come il sottosegretario Mazzocca il Presidente D’Alfonso tradiscono la parola data ai cittadini.

Relazione Oikos

Alla fine del 2014 la Società Oikos, incaricata dalla Regione Abruzzo di elaborare una proposta di aggiornamento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, presentava la sua Relazione con la quale indicava a Ragiona Abruzzo, che avrebbe dovuto sceglierne uno, i tre scenari possibili in materia di trattamento del rifiuto urbano residuo (rifiuto indifferenziato):

  1. scenario recupero materia – dal trattamento di tutto l’indifferenziato prodotto in Regione si ricavano materie seconde (26/27%) e Fos (30%) – il sovvallo secco va in discarica (40% circa)
  2. scenario recupero materia e produzione CSS (combustibile da rifiuti per incenerimento) – “si assume che tutto il rifiuto indifferenziato della Regione venga sottoposto a lavorazioni finalizzate alla produzione di CSS e all’estrazione di frazioni recuperabili in forma di materia (plastiche, metalli, carta) quantificabili in circa il 10% del flusso trattato. Il CSS ammonta al 30% del input. Il sottovaglio in uscita dalla selezione viene stabilizzato così da ottenere FOS (circa il 30%) – scarti e perdite di processo pari al 30% (in discarica)”
  3. scenario produzione CSS (combustibile da rifiuti per incenerimento) – il trattamento di tutto il rifiuto indifferenziato è finalizzato alla produzione di CSS (40%) – residuano fos (30%) e sovvallo da destinare a discarica (30%). Da notare che del Fos (compost di fatto non commerciabile) non si indica la destinazione e, dunque, si deve ipotizzare che finisca anch’esso in discarica.

    Il 26 febbraio 2016 la Giunta D’Alfonso (dgr 116/16) approva le “Linee di indirizzo per l’adeguamento della normativa regionale in materia di gestione dei rifiuti”.

    A parole, Regione Abruzzo cita l’economia circolare e fa propria la strategia Rifiuti zero che “dice no alle discariche, no agli inceneritori”.

Il gioco di parole

Nei fatti, però, scopriamo che Regione Abruzzo ha scelto lo scenario Oikos che prevede “recupero materia e produzione CSS”, dunque anche l’incenerimento, giocando con le parole: non parla più di “solo recupero materia” ma “MASSIMO RECUPERO DI MATERIA”, un “facciamo quello che possiamo”, insomma!

Mantre nella DGR del 26 fabbraio si leggeva un NO all’impianto di incenerimento in Abruzzo “in particolare non prevedendo l’opzione dell’incenerimento DEDICATO di rifiuti urbani e di NUOVI impianti di CDR/CSS”, nei fatti, la scelta di Mazzocca e D’Alfonso è di incenerire.

Il 18 ottobre, infatti, il Servizio Gestione Rifiuti delle Regione Abruzzo e il sottosegretario Mazzocca, in conferenza stampa, presentano la versione definitiva della “Proposta di PRGR” nella quale:

  1. Si conferma che la proposta di Piano è basata sullo scenario 2 – recupero materia e produzione CSS (dunque anche incenerimento);
  2. Siprevedono tre tipi di impianti TMB: standard, recupero materia spinto e materia+CSS;
  3. Per l’impianto DECO di Casoni è prevista la parte del leone essendo l’unico impianto in grado oggi di produrre CDR;
  4. Delle 172.200 t/a RUI previste per il 2022 il 62% andrà al TMB materia+CSS, il 22% al TMB recupero materia spinto e il 17% al TMB standard;
  5. Il CSS (per incenerimento) rappresenterà il 22% dell’output complessivo;
  6. In generale, il 34% dell’output è costituto da “recupero energetico”, dunque da incenerimento, (di cui 12%CDR), il 9% recupero materia ed il 48% smaltimento in discarica

Che fine fanno i combustibili da rifiuti così prodotti?

Regione Abruzzo intende destinare il CSS/CSS a impianti industriali “non dedicati” (CEMENTIFICI) in ambito locale e indirizzare il flusso di rifiuti, non altrimenti valorizzabile, a recupero energetico (incenerimento) in impianti “dedicati” fuori regione

Nonostante Regione Abruzzo si fosse dichiarata a parole contraria all’inceneritore in Abruzzo, nei fatti non disdegna di bruciare i suoi rifiuti nei cementifici abruzzesi e di utilizzare gli inceneritori di altre regioni!

La scelta di bruciare i rifiuti indifferenziati contraddice quanto anche il PD ha votato nella seduta del Consiglio Straordinario del 29 Febbraio 2016 (verbale n.57/1): solo recupero di materia e NO incenerimento, né in Abruzzo né nel giardino del vicino Molise!

L’unica scelta possibile

La scelta di bruciare i rifiuti indifferenziati espone l’Abruzzo al rischio di dover subire l’imposizione dell’inceneritore da parte del Governo Renzi. Nel Decreto attuativo dello Sblocca Italia della Presidenza del Consiglio dei Ministri sono infatti previsti 8 nuovi inceneritori in Italia, di cui uno nella nostra regione. Inizialmente, nella bozza di tale decreto, che il M5S aveva scoperto e reso noto ad agosto del 2015, erano previsti 11 inceneritori. Vista la bozza, le regioni Liguria, Piemonte e Veneto hanno modificato i rispettivi PRGR e sono uscite dal piano inceneritori del governo Renzi. Il M5S aveva chiesto con forza alla Giunta e a Mazzocca di seguire le orme di questa regioni ma, oggi possiamo dirlo con certezza, nulla è stato fatto per scongiurare questo pericolo.

Solo una scelta netta di “esclusivo recupero materia” che escluda ogni tipo di incenerimento di rifiuti in Abruzzo (o in altre regioni) può legittimare il rifiuto della nostra regione alla costruzione un inceneritore.

Quello che sembra è che siano i privati a dettare la linea sul trattamento dei rifiuti in Regione Abruzzo e non il contrario. Il M5S ha chiesto e proposto da mesi alla Giunta di privilegiare l’utilizzo di strutture pubbliche e, solo laddove il pubblico non fosse sufficiente, di avvalersi dell’ausilio degli impianti dei privati. Ma al contrario, è un fatto che nel nuovo PRGR gli impianti privati abbiamo la parte da protagonisti a discapito degli esistenti impianti pubblici.

Il M5S continua a chiedere da due anni che sia Regione Abruzzo a dettare le linee ai privati, nel solo interesse dei cittadini e della loro salute, adottando nuove linee di indirizzo in cui si indichi chiaramente che il Piano va costruito sullo scenario che prevede il SOLO RECUPERO SPINTO DI MATERIA.