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Il Gran Sasso brucia, mancano controlli preventivi, i soccorsi arrivano in ritardo e la Regione non stanzia risorse adeguate

la Regione Abruzzo vive in constante ritardo sulle emergenze.

Il Presidente D’Alfonso è ancora alle prese con il piano valanghe, registrando clamorose lentezze, ed oggi si trova a dover fare i conti con un incendio di proporzioni immani a causa dei pochi investimenti sia sulla prevenzione, sia sui soccorsi”. Il commento arriva dl consigliere regionale Domenico Pettinari, a seguito dell’incendio che sta devastando il territorio del Parco Nazionale. “La mancanza di mezzi di soccorso sul Gran Sasso è sotto gli occhi di tutti, l’origine del rogo ha visto i primi interventi di mezzi speciali dopo ore ed ore. Non è la prima volta che il nostro territorio è vittima di incidenti come questo; non investire le dovute risorse per far fronte alle emergenze è un segno di grave negligenza. Non è un caso che la prima turbina spalaneve in dotazione a Regione Abruzzo sia stata donata dal M5S. La Regione non investe per la tutela del territorio”.
“Nel caso specifico del rogo del Gran Sasso” continua Pettinari “la responsabilità pare essere di turisti che hanno acceso un barbecue. A Campo Imperatore era in corso, infatti, la 58esima edizione della Rassegna degli Ovini, l’evento, presente nella zona ha portato oltre 30mila persone. Una mole prevedibile, poiché per la prima volta l’evento solitamente di tre giorni è stato concentrato in uno. Nonostante questo, pochissimi sono stati i controlli, secondo i testimoni il personale di servizio volto al controllo e alla prevenzione degli incendi era inconsistente. Il risultato dell’inefficienza nell’organizzazione dell’evento, del clima torrido di questi giorni e della mancata educazione al rispetto del territorio ha portato un gravissimo danno ambientale: il fuoco ha distrutto tutto, in una zona ricca di flora e fauna.