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Chiusura Tribunali, dibattito acceso in Consiglio Regionale

Ranieri (M5S): “il Presidente D’Alfonso ritarda gli interventi, vogliamo fatti concreti e non parole”

Si è discussa nel corso del Consiglio Regionale l’interrogazione presentata dal consigliere Gianluca Ranieri sull’attivazione della commissione paritetica fra Regione Abruzzo e il Governo. La commissione, prevista da una legge regionale approvata a fine dicembre 2016 e che è in attesa del necessario regolamento da parte della Giunta per poter operare, ha lo scopo di definire un “Piano di interventi” condiviso per evitare la chiusura dei quattro Tribunali abruzzesi, attualmente soppressi. Una discussione, questa, che ha acceso il dibattito in Consiglio. Il Presidente ha infatti dichiarato che, alla luce della proroga di ulteriori 3 anni, c’è tutto il tempo per risolvere la questione. Un’affermazione che non trova d’accordo Ranieri che invece vede in questo atteggiamento un’ammissione di immobilismo, che perdura da fin troppo tempo. “La soppressione dei tribunali di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto rappresenta un grave danno per il territorio abruzzese ed è ingiustificabile tanto lassismo sull’argomento. Il Presidente dice che tre anni sono lunghi e che abbiamo ancora tempo, io credo che ad oggi quelli che pesano sono i 5 anni in cui non si è fatto nulla, salvo riempire i cittadini di parole che non hanno avuto alcun seguito. Un modus operandi, questo, che testimonia il poco interesse della Giunta D’Alfonso rispetto ad un tema così importante per tutto il territorio abruzzese. Inoltre, rimango stupito” continua Ranieri “della “causalità” temporale che permette al Governatore di annunciare, proprio oggi, giorno della discussione delle mia interrogazione, la seduta di Giunta che al 99% istituirà la commissione paritetica. Siamo in ritardo altro che “c’è tempo”! Inoltre” incalza Ranieri “il presidente dichiara su fantomatici incontri preliminari di cui però non c’è alcuna traccia. Abbiamo chiesto fatti concreti e non parole, perché se, parafrasando il Presidente, per produrre parole ci vuole cultura, per non produrre fatti basta il disinteresse”.