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Bomba, Progetto CMI Energia di estrazione gas insostenibile per il territorio

Marcozzi (M5S): “La Regione venga a riferire delle azioni che sta portando avanti per contrastare il progetto”

Un’interpellanza a firma Sara Marcozzi è stata depositata questa mattina in Consiglio Regionale per fare chiarezza sulle azioni che Regione Abruzzo sta mettendo in campo per fermare il disastroso progetto di estrazione del gas sul lago di Bomba (CH) resuscitato dalla CMI Energia S.P.A.
Si tratta dello stesso sito che ha già visto la bocciatura per ben due volte da parte del Comitato V.I.A. regionale. Da ultimo, con sentenza da parte del Consiglio di Stato del 17 Febbraio 2015, sembrava essere arrivato lo stop definitivo a questo dannoso progetto. Titolare del permesso dal 1969 era l’AGIP che nel 1992 chiede al Ministero di rinviare i lavori di sviluppo e coltivazione a causa dell’instabilità della superficie e dell’elevata franosità del territorio tanto che la spinge a rinunciare al progetto. Ma il 13 Febbraio 2004, nonostante le negative valutazioni fatte qualche anno prima da AGIP S.p.A. rispetto al rischio geologico del sito, FOREST OIL S.p.A. diventa titolare del giacimento di idrocarburi su terraferma “MONTE PALLAO” che ha come obiettivo lo stesso giacimento, quello di Bomba, il più grande giacimento accertato di gas in terraferma del Paese. Nel 2009 la FOREST OIL S.p.a. presenta istanza per ottenere la concessione per la coltivazione del giacimento iniziando l’iter di Valutazione di Impatto Ambientale presso gli uffici di Regione Abruzzo che si esprime con parere negativo per ben due volte, sia nel 2012 che nel 2013. A bocciare definitivamente il progetto ci penserà il Consiglio di Stato che a Febbraio 2015, grazie anche ai ricorrenti del Comitato di cittadini “Gestione Partecipata Territorio” di Bomba (CH) ed all’associazione WWF Italia Ong Onlus – WWF Abruzzo, vedrà soccombere la multinazionale canadese.

“Si tratta di un progetto da sempre osteggiato, a ragion veduta, dalle comunità locali” dichiara Sara Marcozzi “per questo ho deciso di presentare un’interpellanza al Presidente, Luciano D’Alfonso, per chiedere quali azioni concrete stia mettendo in campo la regione contro questo scellerato progetto”.

L’ostinazione che le imprese petrolifere hanno da sempre dimostrato è disarmante. Questa volta è la CMI ENERGIA S.p.A a presentare il 20 Maggio 2016 istanza per la coltivazione degli idrocarburi sullo stesso sito che è attualmente oggetto di parere da parte del Comitato V.I.A. nazionale.

“Ritengo inammissibile che, nonostante le evidenti e immutate criticità che dal 1969 interessano quel giacimento, gruppi petroliferi internazionali si ostinino a presentare istanze per lo sfruttamento di quel sito. Per questo” conclude Marcozzi “investirò del problema i miei colleghi in Parlamento per chiedere al Ministero dell’Ambiente di rilasciare parere negativo avverso l’istanza presentata dalla CMI ENERGIA e chiedendo di intervenire, attraverso il Ministero dello Sviluppo Economico affinchè, stante l’accertata e perpetua fragilità del territorio, escluda una volta e per sempre quel sito dall’elenco dei giacimenti sfruttabili. Non è accettabile che ogni 10 anni cittadini, associazioni e Sindaci debbano combattere una battaglia già vinta in passato”