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Ball Beverage Packaging, disponibilità dal MISE e Ministero del Lavoro per salvaguardare l’azienda

Marcozzi (M5S): “La chiusura dello stabilimento significherebbe mettere in ginocchio 70 famiglie abruzzesi. Anche la Regione ha il dovere di mettere in campo tutte le forze per evitare questa chiusura”

Il Mise e il Ministero del Lavoro all’opera per salvaguardare i lavoratori della Ball Beverage packaging di San Martino sulla Marrucina, dove lavorano circa 70 dipendenti, a cui è stata comunicata nei giorni scorsi la chiusura dello stabilimento.
L’incontro, svoltosi ieri tra il Vice Capo di Gabinetto Giorgio Sorial, Regione Abruzzo, i rappresentanti dell’azienda e delle organizzazioni sindacali, ha messo in luce la volontà del Governo di portare avanti un atteggiamento collaborativo nonostante i dubbi sulla gestione da parte dell’azienda, che ha avviato una procedura di licenziamento che si concluderà in concomitanza con il giorno di Natale.
“La chiusura dello stabilimento significherebbe mettere in ginocchio 70 famiglie abruzzesi, a Natale per giunta” commenta Sara Marcozzi consigliere regionale e candidato presidente per la Regione Abruzzo del M5S “la nostra Regione non può più permettersi di perdere realtà produttive come questa. Rincuorano comunque le parole del Ministero che si è detto pronto a mettere in campo tutti gli strumenti disponibili, che in questi mesi, con il Ministro Di Maio, sono stati ulteriormente rafforzati con nuove tipologie di ammortizzatori sociali che hanno l’obiettivo di avviare politiche a sostegno dei lavoratori, ma anche strumenti per facilitare la reindustrializzazione delle aziende in crisi, come cassa integrazione per 12 mesi con l’obiettivo di mantenere attivo il sito produttivo.
A quanto sostiene il Ministero, comunque, non si comprendono i motivi che hanno spinto l’azienda, che tra l’altro non si trova in crisi nel mercato di produzione di lattine, ad annunciare la chiusura dello stabilimento Ball in Abruzzo. La multinazionale avrebbe annunciato nelle scorse settimane la decisione di chiudere lo stabilimento abruzzese trasferendo le attività in Serbia per un periodo di nove mesi sostenendo che successivamente le attività sarebbero state ritrasferite a Verona dove la Ball ha l’altra sede italiana, senza che ci fosse stato alcun sentore di tale decisione. Se questo aspetto venisse confermato” incalza Marcozzi “saremmo davanti all’ennesimo caso di sfruttamento del territorio da parte di multinazionali che senza alcun preavviso delocalizzano facendo il buono e cattivo tempo dell’occupazione in Abruzzo. Questo è inaccettabile. Quello del lavoro è un tema a cui teniamo particolarmente, già dall’opposizione siamo riusciti a far approvare la legge Lavoro Abruzzo che agevola l’insediamento e la permanenza delle aziende all’interno della nostra Regione e revoca i contributi pubblici per quelle imprese che decidono, invece, di trasferirsi all’estero. Ci aspettiamo che anche Regione Abruzzo, come ha già fatto il Ministero dello Sviluppo economico, metta in campo tutte le forze per evitare questa chiusura e che si faccia chiarezza sui reali motivi che portano l’azienda a decidere per una procedura di licenziamento”.